Cosa abbiamo appreso dalla scoperta della nuova specie marina che ha entusiasmato i biologi marini. Grazie ad essa disponiamo di nuove informazioni.
Scoperta una nuova specie di pesce: la notizia ha esaltato i biologi marini e ha confermato loro come non abbiamo che delle conoscenze parziali di quello che succede nelle parti più lontane dalla superficie degli oceani. La nuova specie scoperta è un luccio di mare mai osservato prima ed è stato individuato dagli esperti che si trovano a bordo della nave DSSV Pressure Drop. Si tratta di una imbarcazione dotata di sofisticate strumentazioni scientifiche e che può ospitare a bordo fino ad un massimo di 47 persone.
La DSSV Pressure Drop ha studiato una precisa porzione di Oceano Pacifico che si trova lungo la fossa delle Izu-Ogasawara. Ovvero una fossa oceanica che si estende per migliaia di chilometri dal sud del Giappone fino alla stessa latitudine delle Filippine, ma molto più a est dello Stato asiatico. E che termina con l’incontro con la fossa delle Marianne, dove si trova il punto più profondo del pianeta. E che è stimato in undici chilometri e ventitude, metri.
Per quanto riguarda la nuova specie scoperta, questo luccio di mare vive a più di 8mila e trecento metri di profondità e ha stabilito un nuovo record in merito alla individuazione di una nuova specie marina degli abissi. Mai prima di oggi ne era stata scoperta una ad una profondità così elevata. E pensare che ci sono ancora dei punti ancora più profondi nella fossa delle Izu-Ogasawara, che arriva ad una profondità di dieci chilometri e 554 metri. Si tratta di una distanza enorme se rapportata dal pelo dell’acqua ad immergersi. E non esiste attualmente una tecnologia adeguata per fare in modo di potere toccare quei punti. Ai quali possiamo arrivare però con apposite videocamere.
Il corpo del luccio di mare della fossa delle Izu-Ogasawara è traslucido e gelatinoso e non ha squame. La natura lo ha predisposto per riuscire a sopravvivere alla spaventosa pressione che la mole di acqua dell’Oceano Pacifico riesce ad esercitare in quel punto. Con i suoi occhi, questa nuova specie scoperta di pesce abissale è capace di captare un minimo di luce. Lì dove vive, di radiazione luminosa ne arriva ben poca. Il luccio di mare ha anche una consistenza gelatinosa, tipica proprio di certi animali marini che non sono abituati a stare in prossimità della superficie ma che stazionano perennemente in fondo all’oceano.
Perché è importante essere riusciti ad osservare questa nuova specie di pesce scoperta? Perché in tal modo possiamo saperne di più su quel particolare ambiente marino che per larghi tratti è ancora inesplorato e sconosciuto. Paradossalmente ad oggi sappiamo più come sono fatti i pianeti principali del Sistema Solare più lontani dalla Terra, grazie al lavoro in particolar modo della sonda New Horizons, che di quello che si cela negli abissi di tutti e tre gli oceani che ricoprono il nostro pianeta.
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