Roma è teatro di antichissimi e fastosi resti archeologici, come dimostra la recente scoperta del teatro di Nerone che si credeva perduto.
Ormai quando si parla di Roma è proverbiale: dovunque si scavi, ad esempio per costruire reti fognarie o linee metropolitane, ci si imbatte nei resti archeologici dell’antica Urbe. Nella comunità scientifica esistono però storie che riguardano luoghi che si conoscono solo attraverso le testimonianze storiche degli antichi autori e i cui resti, ad oggi, non sono mai stati rinvenuti.
Un esempio lampante in questo senso è quello della leggendaria città di Atlantide, oppure della meno nota città desertica di Zerzura, oasi felice e rigogliosa che secondo la leggenda sorge nascosta nel deserto del Sahara. Ma non è soltanto di città perdute che si parla tra gli archeologi, anzi, a volte si sa dell’esistenza di siti di dimensioni più ridotte, che dovrebbero sorgere proprio in mezzo alle città. Una recente scoperta annunciata il 26 luglio scorso, ad esempio, ha sconvolto la comunità scientifica.
Nei pressi di San Pietro, a una profondità di circa 5 metri sotto all’attuale livello urbano, sono stati ritrovati i resti dell’antico teatro di Nerone, pensato ormai perduto. La scoperta è avvenuta nella corte interna di Palazzo della Rovere, sede dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ove peraltro saranno esposti i resti del theatrum.
Dopo uno scavo iniziato due anni fa e diretto dagli archeologi della soprintendenza Renato Sebastiani e Alessio De Cristofaro, gli esperti sono concordi nell’affermare che si tratti proprio del teatro dove l’imperatore amava decantare e far decantare versi poetici. Nonostante la stratigrafia complessa e la necessità di proseguire con studi e analisi, il fatto che si tratti proprio del leggendario theatrum romano è ormai certo!
Oltre al teatro di Nerone, ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia, gli archeologi hanno riportato alla luce anche testimonianze medievali risalenti al quindicesimo secolo: in particolare attestazioni di pellegrinaggi al sepolcro dell’apostolo Pietro presso la basilica costantiniana sopra la quale verrà eretta in seguito quella di San Pietro.
La scoperta sorprendente è stata commentata dalla soprintendente di Roma Daniela Porro e da Leonardo Visconti di Modrone, ambasciatore e governatore dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme ove i resti del teatro saranno valorizzati affinché il pubblico possa goderne.
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…
E' scattato l'allarme nei confronti delle spezie più gettonate nella preparazione di dolci e piatti…