L’obiettivo rimane il net zero al 2050. Una batteria ad acqua potrebbe dare una forte spinta alla quantità di energia rinnovabile prodotta.
Sono tre le principali forme di energia rinnovabile che supportano il carico dei consumi nel pianeta. Il fotovoltaico, l’energia eolica, e l’energia nucleare. Tuttavia non sempre si può parlare di energia pulita. Difatti il nucleare, anche se ha bassissime emissioni, contiene il problema dell’eliminazione delle scorie radioattive, che si annullano nel giro di diversi miliardi di anni. L’energia prodotta dalle centrali idroelettriche invece, non ha avuto molto slancio, probabilmente anche a causa della difficoltà ad immagazzinare la materia prodotta.
Inoltre lo sfruttamento della materia prima è piuttosto invasivo da un punto di vista ambientale. La comunità europea punta al net zero al 2050. Che non significa zero emissioni, ma una somma zero tra emissioni ed assorbimento. Senza dubbio a questo scopo è centrale il ruolo delle piante e della vegetazione boschiva. Sempre più numerosi sono gli studi che condannano la deforestazione, anche se genera il profitto degli allevamenti intensivi o dell’agricoltura mono varietale.
L’utilizzo di una batteria ad acqua per immagazzinare la corrente elettrica prodotta dalla trasformazione idrica risale al 1965. Finora però non è stata molto utilizzata. Una ditta che si occupa di energie rinnovabili, situata in Scozia, intende mettere a punto la più grande batteria mai esistita. Il funzionamento dovrebbe essere lo stesso. All’interno di delle grotte sono presenti due vasche di contenimento dell’acqua. Una posta ad un livello superiore ed una al livello inferiore. Quando c’è richiesta di corrente elettrica, la turbina posta al di sopra si attiva e produce l’energia richiesta.
L’intenzione della ditta Drax, da cui proviene l’omonimo impianto elettrico, è di installare una batteria accumulatrice di corrente elettrica che possa fungere da serbatoio di accantonamento. Sarebbe una grande spinta per l’energia idroelettrica. L’impianto consentirebbe di aumentare di 600 megawatt la capacità di stoccaggio e produzione dell’energia. Il progetto, dal costo di 500 milioni di sterline, è stato già approvato dal governo. L’amministratore delegato della Drax, William Gardiner, ha dichiarato: “È un’importante pietra miliare nei piani aziendali per la costruzione del primo nuovo impianto idroelettrico con pompaggio in Gran Bretagna da una generazione a questa parte”.
Lo scopo di raggiungere le zero emissioni entro il 2050 è piuttosto ambizioso. Specialmente tenendo conto che mancano poco più di 25 anni e che l’annosa questione del trasporto merci su scala mondiale è difficilmente aggirabile. E, come abbiamo visto, neanche il bioetanolo ed il biometano sono la soluzione definitiva. L’energia, per essere pulita, deve essere di origine pulita. Come l’acqua, il sole, il vento. Tuttavia rimane il rischio dell’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali.
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