Se vedi questi animali in acqua, cerca di allontanarti il più in fretta possibile: non hai idea del pericolo a cui stai andando incontro!
Con le spiagge che continuano ad essere la meta prediletta di migliaia di visitatori, oceani e mari sono quotidianamente gremiti di turisti ed appassionati che, spesso e volentieri, non mancano di avventurarsi nelle profondità delle acque. L’obiettivo? Godersi lo spettacolo di questo mondo sommerso, popolato da specie animali e vegetali in grado di lasciare qualunque osservatore a bocca aperta.
Eppure, come ben sappiamo, il mare è anche una fonte di pericoli costantemente in agguato, pronti ad entrare in azione quando meno ce lo aspettiamo, e soprattutto con tecniche e modalità contro le quali possiamo fare poco (se non addirittura nulla). Quali comportamenti adottare, dunque, per assicurarsi di non correre alcun rischio nel momento in cui ci si immerge?
Come prima cosa, bisognerebbe documentarsi rispetto alle caratteristiche dei fondali in cui si decide di fare snorkeling, con annesse conoscenze rispetto alla flora e alla fauna che popolano tali fondali. Se anche a te dovesse capitarti di immergerti spesso nelle acque di oceani e mari, è opportuno che tu conosca perfettamente la lista delle specie che ti elencheremo di seguito: si tratta di creature da cui faresti meglio a tenerti alla larga!
Se anche tu sei amante delle vacanze al mare (qui per scoprire alcune chicche su come rendere sostenibile il tuo soggiorno in spiaggia), la lista di suggerimenti che stiamo per fornirti non mancherà di tornarti utile. In modo particolare, ne comprenderai i benefici soprattutto nel caso in cui fossi solito praticare snorkeling. Un’attività indubbiamente entusiasmante, ma anche densa di pericoli in agguato, rispetto ai quali è importante possedere strumenti con cui difendersi.
Una delle prime specie da attenzionare è rappresentata proprio dal corallo di fuoco, il quale rende necessario l’impiego di appositi guanti per praticare immersione. La puntura di tale corallo può provocare sintomi lievi, quali una semplice irritazione, ma anche conseguenze di gran lunga più spiacevoli, come nausee, vertigini e mal di testa (quest’ultima, nella fattispecie, è una condizione tutt’altro che ideale quando ci si ritrova a muoversi sott’acqua).
Anche il riccio fiore – che potreste trovare soprattutto sui fondali dell’Oceano indiano – è un animale di fronte al quale fareste bene a scappare a gambe levate. Gli aculei di questi esemplari, infatti, contengono un veleno potenzialmente mortale per l’essere umano, che i ricci impiegano nel momento in cui debbono difendersi dai predatori. Se ne vedi uno, in sostanza, il consiglio non è certamente quello di calpestarlo, quanto quello di allontanarti il più in fretta possibile.
L’ultima specie dalla quale faresti bene a guardarti le spalle è il pesce leone. Affascinanti sia per la loro fisionomia, che per la colorazione accesa del loro manto, questi esemplari sono tra i più stupefacenti che potrebbe capitarvi di incrociare durante un’immersione subacquea nel Mar dei Caraibi o nell’Atlantico orientale. Prestate attenzione, tuttavia, a non avvicinarvi troppo: pur non trattandosi di pesci letali, il dolore causato dal loro veleno potrebbe seriamente compromettere i vostri movimenti, al punto tale da rendervi difficoltosa (se non impossibile) la risalita.
L’acqua, in sostanza, può rivelarsi un contesto entusiasmante da esplorare in tutti i suoi meandri e le sue particolarità, ma anche un vero e proprio contenitore di pericoli pronti a manifestarsi nella loro sconvolgente portata. Tenere gli occhi aperti, specie quando si fa il bagno o si pratica un’immersione, è fondamentale.
Come abbiamo contribuito a dimostrarti, l’acqua può trasformarsi con estrema rapidità in un contesto intriso di pericoli. Questo è quanto accaduto alla bambina che ha rischiato di annegare presso il molo di North Devon lo scorso 3 agosto, trascinata al largo dalla potenza di un’onda improvvisa. Solo il soccorso tempestivo di uno dei presenti è riuscito a scongiurare il verificarsi del peggio.
Non è stato altrettanto fortunato il 32enne peruviano che, nella giornata di sabato 12 agosto, perdeva la vita nelle profondità del Lago di Como. Impossibilitato a tornare a riva a nuoto, il giovane è stato travolto dalle correnti di acqua dolce che lo hanno trascinato a fondo. Episodi, quelli a cui abbiamo accennato, che non mancano di ricordarci quanto il mare – pur con tutte le sue meraviglie – sia un habitat da esplorare con estrema cautela.
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