I climi freddi sono sempre condizionati da rovesci improvvisi e in alcuni casi possono essere veramente rischiosi, come questo tipo di nebbia
Autunno e inverno sono stagioni incredibilmente belle e scenografiche, ma probabilmente sono anche le più pericolose. Repentini rovesci climatici che cambiano la giornata da un momento ad un altro. Un sole opaco che non riesce a riscaldare quasi sé stesso arriva sulla fredda terra ghiacciata dalle basse temperature invernali. Il terriccio dei boschi, inumidito dalle piogge, ospita nel suo angolo nascosto dalle foglie, climi più tiepidi. Timidi funghi popolano questi angoli protetti agli occhi.
Solo qualche animale di passaggio, incontrandone l’odore, riesce ad individuarli. Le foglie sul terreno che fanno loro da tetto, scricchiolano secche al passaggio di volpi, conigli, cinghiali e di qualsiasi altro esserino che abita le campagne che circondano le nostre città. Spesso, vaste distese di bianco vaporoso, coprono l’orizzonte e cancellano ogni angolo distante, il “…fin dove l’occhio di un uomo poteva a guardare” in questi casi, diventa d’un tratto molto più breve di quanto solitamente dovrebbe essere.
Arriva la nebbia a celare tutto. Protagonista di leggende, poesie, quadri, libri e canzoni. Da secoli frutto madre di profondissimi pensieri da parte di tutti i suoi osservatori. Nelle ultime generazioni ha spesso trovato rifugio anche nel cinema e nella televisione. Soprattutto quando vengono toccati temi soprannaturali o anche fantascientifici. Non mostrando cosa porta al suo interno, questo particolare evento climatico si presta particolarmente a smuovere l’animo umano. Un velo che nasconde il mondo e quindi ci allontana da ciò che normalmente consociamo.
Rendendo anche il più familiare del paesaggio, un ospite sconosciuto, che ci rende inquieti e diffidenti. Alcuni in lei trovano pace e serenità. Essere isolati dal mondo visibile forse può portare, in alcuni cuori, una serenità che difficilmente potremmo trovare nel quotidiano cittadino. In alcuni casi, molto rari, però questa ospite particolare, porta con sé non solo paesaggi alieni e orrorifici. Spesso porta con sé reali disagi e pericoli. Prendiamo in esempio il ritrovarsela in autostrada magari. La sua presenza sulle strade non è mai gradita come potrebbe magari esserlo in un bosco o su di un campo di grano.
La Nebbia, uno spettacolo estremamente rischioso
Lì potrebbe rivelarsi la migliore amica di qualche fotografo amatoriale, qui si rivelerebbe di certo, senza dubbio alcuno, la peggior nemica di un qualsiasi automobilista. La difficoltà nel poter vedere più in là di quanto lei ci voglia permettere non è certo un disturbo da poco. Infatti, sulle strade italiane, è spesso riportato il segnale che invita a tenere la velocità dell’auto al di sotto dei 50 chilometri orari, nel caso di visibilità ridotta. Ma quello che accade sui nostri territori mediterranei non è nulla. il rischio per noi può nascere solo se non prestiamo per primi la dovuta attenzione.
Nei boschi ungheresi, ad esempio, dove le temperature sono di natura molto più basse, i rischi sono ben diversi. La coltre di nebbia che travolge i boschi delle nazioni fredde ha un nome tutto suo, galaverna. Questo particolare evento climatico non andrebbe augurato a nessuno. Estremamente instabile e pericoloso risulta essere quasi certamente fatale per tutti coloro che lo incontrano. In pratica, è come entrare in un freezer istantaneo. Con il suo passaggio, le temperature scendono a livelli talmente bassi in maniera talmente rapida, da congelare tutto quello che incontra il suo percorso.
Fiori, alberi, funghi, insetti, fino ad arrivare agli animali che popolano il bosco. Nel caso questi si facessero traviare impreparati al di fuori delle loro calde tane, difficilmente per loro ci sarebbe un domani. Anche gli uomini ovviamente rischierebbero la stessa sorte. Se mai vi venisse quindi in mente di andare a fare una piacevole escursione nell’inverno ungherese, consigliamo come minimo di verificare le temperature e le condizioni climatiche.