L’amaranto è una pianta originaria del Messico comunemente classificata come cereale. Oggi andiamo alla scoperta delle sue incredibili proprietà.
L’Amaranto è una pianta originaria del Messico solitamente consumata come cereale per via dei chicchi commestibili che produce. Questi sono infatti molto noti ed utilizzati in ambito culinario per via delle proprietà in grado di contrastare il colesterolo e per la mancanza di glutine. L’amaranto è anche un cereale caldamente consigliato per chi vuole perdere peso e quindi raccomandato nelle diete.
Nel greco antico la parola amaranto significa “immortale“, proprio per indicare i benefici che l’assunzione dei semi è in grado di apportare. I fiori della pianta sbocciano e sono prodotti in estate, stagione durante la quale perdurano instancabili dando mostra delle loro appariscenti corolle rosso vivido. Dopo essere stato raccolto, dell’amaranto si utilizzano i chicchi alla stregua di riso e avena.
Questo pseudo-cereale proviene dall’America centro-settentrionale ed era un alimento base della nutrizione degli Aztechi. Ancora oggi è utilizzato nella cucina centro-americana e sta via via diventando popolare in tutta Europa per via dei valori nutrizionali eccellenti e delle proprietà che vanta. Fra queste proprietà la più lodevole è forse quella di saper contrastare la formazione di colesterolo.
Il colesterolo è una sostanza lipidica sita in tutto il corpo. In caso di eccesso può portare a restringimento delle arterie e problemi cardiovascolari. Diversi studi hanno attestato la capacità dell’amaranto di tenere a bada i livelli di colesterolo LDL totale (22%) e colesterolo “cattivo” (15%). Un chicco di amaranto è capace di ridurre i livelli di colesterolo LDL e cattivo in favore dell’aumento di quello HDL “buono”.
Ulteriori studi hanno dimostrato che l’amaranto è in grado di contrastare il senso di fame sostituendolo con quello di sazietà. La ragione è che un aumento nell’assunzione di fibre contribuisce a ridurre il rischio di accumulo di grasso corporeo. La grealina, l’ormone che stimola la fase, risulta infatti inibito dall’assunzione di certi cereali.
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