La sessantenne pensionata deve essere fermata. Questo il monito di cittadini ed animalisti che hanno protestato contro le azioni della killer dei gatti
La serial killer dei gatti. Così è stata nominata dalla stampa locale la donna di sessant’anni che a più riprese è stata ritrovata in possesso di gatti in avanzato stato di decomposizione. In realtà non li uccide. Li lascia morire di inedia. Lei si considera un’amante dei gatti, e ne colleziona parecchi dentro il suo appartamente. L’atteggiamento da serial killer – e soprattutto da persona che ha bisogno di aiuto – è situato nella sua tecnica precisa e ripetitiva. Attira i gatti in casa, magari con del cibo, ne colleziona a decine e poi li lascia tra cumuli di immondizia senza cibo né acqua.
Negli ultimi giorni era stata avvistata con dei sacchi neri di plastica per i rifiuti contenenti probabilmente dei felini deceduti. I primi bliz nella casa della donna avevano rinvenuto gatti in avanzato stato di decomposizione, ed altri piuttosto malconci. Per cui sono stati portati via e adottati. Alcuni è stato possibile salvarli, altri no.
La protesta dei cittadini a sostegno dei gatti
Dopo che la donna di via Lavinio è stata vista aggirarsi nuovamente con il sacco di rifiuti contenente dei gatti morti, è scattata la protesta, con una manifestazione animalista a cui hanno partecipato centinaia di persone, anche venute dal Nord Italia. Nonostante la manifestazione sotto casa della donna non fosse stato autorizzato dalle autorità locali, il sit in in Piazza Re di Roma si è presto spostato sotto il domicilio incriminato. I manifestanti protestano, ma senza sentori di linciaggio nei confronti della sessantenne. È ovvio, e se ne è accorta anche la folla protestante, che la donna aha bisogno di aiuto. Sono le istituzioni che dovrebbero agire, dato che un processo per maltrattamento animale è in corso dal 2017.
La donna e l’amore per i gatti
La sessantenne in questione è innanzitutto un’accumulatrice seriale. Il che spiega perché ha una casa piena di rifiuti. Ed anche un’accumulatrice di animali. Che si trovano a vivere in un ambiente non ospitale né idoneo. La donna, laureata in psicologia, soffre del disturbo mentale di disposofobia, ovvero l’accumulo ossessivo di cose ed animali. Le denunce a suo carico sono diverse, tuttavia la sua attività di ‘collezionare’ gatti per poi lasciarli morire d’inedia pare non sia terminata.