Esiste una specie marina dalla quale aspettarsi un comportamento bizzarro ma anche dannoso. Si tratta del serpente bruno oliva. Che cosa succede in caso di incontro
Il serpente bruno oliva, il cui nome scientifico è Aipysurus laevis, può rappresentare una grossa insidia per coloro che hanno la sfortuna di imbattersi in un incontro ravvicinato con lo stesso. Questo rettile è tipico degli ambienti marini, e non a caso è noto come serpente bruno oliva di mare. Lo stesso ha la peculiarità di essere una specie velenosa, con una sostanza che viene iniettata attraverso il morso che è tale da potere condurre la preda colpita alla morte. Il serpente bruno oliva impiega questa sua proprietà – che è tipica di tante altre specie di serpenti – non solo per procacciarsi del cibo ma anche come strumento di difesa, nel caso in cui si dovesse sentire minacciato.
Sono gli incontri con l’uomo a portarlo a sferrare dei morsi potenzialmente letali. Ed infatti proprio i sub devono prestare grande attenzione nell’evitare ciò. Le pratiche delle immersioni nelle zone dove tale animale marino vive hanno fatto registrare dei casi di contatti con tanto di ferite importanti per i malcapitati che sono finiti con l’imbattersi con un serpente di mare. Ed emerge anche uno studio che riporta un risultato alquanto sorprendente sul perché si verifichino questi attacchi nei confronti dei sub.
Serpente bruno oliva, quando e perché può essere un pericolo
Sembra infatti che il serpente in questione scambi i sommozzatori per dei potenziali partner. Questa conclusione è legata al fatto che, in base alle statistiche sugli attacchi disponibili, la maggior parte degli stessi tende ad avvenire durante la stagione degli accoppiamenti. E può anche darsi che in questo periodo dell’anno i serpenti studiati si sentano particolarmente su di giri fino al punto da abbandonare un atteggiamento prudente, scagliandosi contro qualsiasi essere possa essere considerato un invasore della propria zona di pertinenza.
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Sempre la maggior parte degli attacchi aveva luogo o dopo un corteggiamento finito con esito negativo o dopo una lite con un maschio rivale. Quindi i responsabili di tutto sono gli esemplari respinti, che addirittura sono capaci di lanciarsi all’inseguimento dei sub anche per una ventina di minuti, come documentato. Dai dati a disposizione dei ricercatori coinvolti nelle osservazioni, i maschi vedrebbero i sub come delle femmine di grosse dimensioni. In caso di incontro bisognerebbe ignorare il rettile e consentirgli di farsi “analizzare” per qualche minuto. Sono assolutamente da evitare tentativi di fuga precipitosa o di aggressioni allo stesso per cercare di spaventarlo, perché non funzionerebbero.