Settimana corta lavorativa, è davvero la soluzione sostenibile? Facciamo chiarezza sulla tematica tanto attesa dai lavoratori di tutto il mondo.
Il Covid ha certamente rivoluzionato il mondo del lavoro. Lo ricordiamo come se fosse ieri, sono passati gli anni ma ancora gli effetti ce li ricordiamo. Cos’è successo? Che tra varie modifiche una che forse piaciucchia ai lavoratori è quella del lavoro flessibile, detto anche smart working o lavoro da remoto. Tutte espressioni che indicano una cosa comune, ovvero lavorare da casa.
Ammettiamolo, solo adesso forse a causa della sua costante proliferazione, questa categoria viene accettata e ben vista dalla società, seppur ancora alcune persone non capiscono che lavorare da casa sia qualcosa di serio e che merita pari riconoscimenti. Ma si sa, la strada è ancora lunga da questo punto di vista.
Lo step successivo allo smart working è certamente quello della settimana corta lavorativa. Ma cosa si intende con questa espressione? Si fa riferimento alla riduzione delle ore di lavoro. Un qualcosa che oggi può essere considerato fattibile grazie alla tecnologia che consente ormai questa riduzione sul quantum di ore a parità di produttività.
Ovviamente non mancano le questioni corollarie a questo tema, cioè quali sono i livelli salariali da mantenere? Una domanda lecita se si pensa che questo viene messo a dura prova dal rincaro generale a cui purtroppo assistiamo da un paio di mesi. Si può lavorare meno ore pur mantenendo lo stesso stipendio?
Nonostante vari contrasti sulla domanda, già da tempo sono a lavoro le associazioni datoriali e sindacali, spesso con toni reciprocamente aspri. Sono questi enti interessati a capire come bilanciare tempo libero, costo della vita, stipendi e produttività ottenendo un risultato straordinariamente armonico. L’idea della settimana lavorativa di quattro giorni sta prendendo piede; la Cgil l’ha inserita nella propria piattaforma congressuale mentre la Cisl parla di sperimentazioni.
Ma cosa dice la Legge sul punto? A quanto pare secondo l’attuale disciplina sull’orario di lavoro quelle settimanali devono essere pari a 40 ore settimanali, almeno questa è la durata normale media di un contratto di lavoro a tempo pieno, ai sensi della legge del 1997, poi parzialmente modificata dal decreto del 2003.
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