Il TAR del Lazio ha deciso che per il momento, forse in via definitiva, i suini e cinghiali della Sfattoria non saranno abbattuti
Per ora i sostenitori della Sfattoria degli Ultimi possono tirare un sospiro di sollievo. Fino al 12 settembre una sentenza del TAR del Lazio ha sospeso l’abbattimento dei circa 140 suidi, nome che racchiude suini e cinghiali, ospitati in un rifugio per animali situato a Nord della capitale. La notizia arriva dopo che la ASL aveva disposto l’abbattimento di tutti gli animali di queste specie per la zona rossa a causa del rischio di contagio da peste suina. La peste suina africana è una malattia endemica proveniente dall’Africa sub – sahariana che per la prima volta è stata identificata nel continente nel 2007, da poco tempo approdata anche in Europa. In Italia, specialmente nella zona a ridosso della Capitale, ed in Piemonte, si sono identificate delle zone rosse ad alto rischio di contagio animale.
Così la ASL, con il supporto del Ministero della salute, ne ha disposto l’abbattimento. A cominciare dagli esemplari di allevamento e comprendendo anche quelli, di “affezione“, di cui la Sfattoria degli Ultimi fa parte. Numerose proteste si sono mosse nella società civile, coinvolgendo anche personaggi in vista, che ritenevano ingiustificato l’abbattimento dei suidi del ricovero situato a nord di Roma.
La Sfattoria degli Ultimi è un ricovero gestito prevalentemente da volontari che si occupano di recuperare e curare animali abbandonati e impossibilitati a sopravvivere in altro luogo. Nessuno di questi esemplari viene allevato a scopo commerciale, ovvero per essere macellato ed inserito nel settore alimentare. I suidi della Sfattoria sono sani e controllati, nessun caso di peste suina è stato rilevato. L’ordinanza di abbattimento prevedeva che solo due dei 140 animali presenti potessero essere risparmiati dall’abbattimento. I legali dell’associazione spiegano: “Il Tar ha disposto a chiare lettere, pur affidando alla Asl il compito di vigilare, la sospensione dell’abbattimento dei suidi detenuti presso la Sfattoria degli Ultimi fino al 12 settembre“.
Quindi per il momento gli animali sono salvi. E si tenterà di mantenerli in vita appellandosi all’articolo 18 del regolamento che ammette “deroghe a determinate misure di controllo delle malattie, in particolare all’obbligo di abbattimento degli animali nello stabilimento colpito”. Questo può avvenire nel caso in cui questi animali siano detenuti per fini scientifici, per la conservazione di specie protette “per animali con un elevato valore genetico, culturale o educativo giustificato”. L’intenzione dei legali della Sfattoria per chiudere definitivamente la questione è di far rientrare l’associazione della deroga, inserendo lo scopo culturale ed educativo del mantenimento degli animali. Si attende il 12 settembre per ulteriore aggiornamento.
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