Un esperimento con quelle che sono state ribattezzate sfere d’ombra rilasciate in un bacino idrico in California che dimostra, ancora una volta, come la nostra specie sia in grado a volte di trovare soluzioni creative ma solo a breve o brevissimo termine
Qualche anno fa , era il 2015, circa 96 milioni di sfere di materiale plastico scuro sono state trasportate e riversate in un bacino idrico fondamentale per la sopravvivenza della città di Los Angeles. Già all’epoca, come adesso, la città degli angeli soffre problemi legati alla siccità che diventa sempre più aggressiva. Ed è per questo che la sopravvivenza di bacini come il LA reservoir è fondamentale. Anche perché stiamo parlando di un bacino in grado di contenere al suo massimo 12,5 miliardi di litri d’acqua.
Una quantità enorme di questo prezioso liquido trasparente che potrebbe alimentare tutta la città come unica fonte d’acqua per tre settimane. Da parte del Los Angeles Departiment of Water and Power è arrivata quindi l’idea geniale e a basso impatto tecnologico di coprire tutto il bacino con qualcosa che consentisse comunque la navigazione. Ed ecco che sono state riversate 96 milioni di palline della misura di una boccia che avrebbero dovuto avere lo scopo di evitare una evaporazione eccessiva nei momenti di grande caldo. Ma è una soluzione che, studi alla mano, potrebbe aver provocato più danni del previsto.
Le sfere che sono state riversate nel bacino LA reservoir nel 2015 sono sfere la cui produzione è costata 36 centesimi in termini economici ma trattandosi di oggetti di plastica è lecito e giusto chiedersi quante risorse sono state consumate per produrre queste sfere vuote di plastica galleggianti? Uno studio internazionale cui hanno contribuito anche il MIT e l’università di Twente nei Paesi Bassi mostra nei fatti come questa idea geniale si sia invece trasformata in un pericoloso boomerang dal punto di vista della salvaguardia dell’acqua stessa.
Lo studio infatti ha mostrato che l’introduzione delle sfere d’ombra nel bacino idrico della California ha permesso di risparmiare 1,7 milioni di metri cubi d’acqua ma purtroppo la produzione delle sfere d’ombra ne ha utilizzata 2,9 milioni di metri cubi. Per poter quindi riequilibrare il consumo d’acqua della produzione con l’acqua risparmiata le sfere sarebbero dovute rimanere in ammollo almeno due anni e mezzo in condizioni di siccità come quelle registrate nel momento in cui sono state rilasciate. Ma sono state rimosse quasi tutte dopo appena un anno e mezzo lasciando tutta un’altra serie di problemi.
Gli altri problemi generati da questa soluzione galleggiante sono altri punti importanti dello stesso studio internazionale. ma non solo. C’è per esempio la questione dell’inquinamento dell’acqua che può venire dalla disgregazione del materiale plastico stesso. Secondo Discard Studies, per esempio, occorre prendere in considerazione che c’è la possibilità che dalla plastica di queste sfere, come succede da altri materiali plastici, venga rilasciato nell’acqua il BPA, che interferisce sul funzionamento del corpo umano a livello endocrino e che potrebbe essere quindi arrivato nei rubinetti di moltissimi cittadini americani.
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