Shein è finito al centro dei riflettori: il marchio dell’ultra fast fashion ha debuttato sulla passerella parigina e il dibattito si è subito acceso. Scopriamo cos’è successo nel dettaglio.
Noto in tutto il mondo per la vastissima proposta di capi, venduti a prezzi stracciati, Shein torna nel mirino. Il colosso dell’ultra fast fashion spacca il globo in due: da un lato è amato per la sua offerta sempre in linea con le tendenze del momento con cui ci si può vestire alla moda spendendo pochissimo, dall’altro lato invece preoccupa per le sue conseguenze sul Pianeta.
Chi è che paga davvero il prezzo di quei vestiti così a basso prezzo? La risposta a questa domanda viene data da un documentario dedicato al tema, intitolato “Untold: Dentro la macchina Shein”, in cui in 47 minuti viene reso noto al pubblico come i lavoratori del colosso cinese abbiamo un salario mensilmente di 500 renminbi a fronte di una gigantesca produzione giornaliera che raggiunge i 500 capi. Per non parlare di chi quello stipendio non ce l’ha sicuro e come venga pagato a modello: se poi fa degli errori il suo reddito scende anche di un 1/3. A tutto questo si aggiunge l’insostenibilità dei capi prodotti, realizzati con materiali inquinanti, molto impattanti per il pianeta.
Il dibattito a tema Shein si è riacceso di recente in occasione di una sfilata del marchio a Parigi. Scopriamo cos’è successo.
Grande attenzione è rivolta in questi giorni verso Shein. Il noto marchio fast fashion ha sfilato a Parigi con un team di designer provenienti da tutto il mondo, sfoggiando 75 look del brand davanti a una platea composta da 300 persone.
Lo show di Shein è andato in scena al Pavillon Cambon Capucines: l’obiettivo di questo evento sarebbe stato quello di spostare un po’ il focus dal commercio digitale, per rimescolare le carte dopo le pesanti accuse ricevute negli ultimi tempi per via dell’insostenibilità dei suoi capi e dello sfruttamento dei lavoratori.
Nel 2022, Shein ha raggiunto un fatturato di 2,7 miliardi di dollari, ma nell’ultimo anno è sempre più nel mirino. A dimostrare quanto la sua popolarità sia scesa a picco è una protesta scesa in piazza a Parigi, il giorno prima della sfilata del brand (qui trovi un’altra movimentazione contro la moda veloce).
Messa in scena dal partito di centro sinistra Place Publique, il mantra della manifestazione è stato “stop shein” e non è mancata una petizione per mettere un freno all’insostenibile moda del colosso fast fashion.
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