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La siccità porta con sé un’importante scoperta: dove

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La grande siccità ha permesso di fare alcune grandi scoperte, ma di cosa si tratta e dove è successo? Scopriamolo insieme.

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Lago Powell (Foto da Canva) – Ecoo.it

Il tema siccità rimbomba ormai da diverso tempo nelle nostre orecchie, il motivo è semplice questa ha colpito il nostro Pianeta duramente da nord a sud da est a ovest. L’abbassamento dell’acqua, però, ha permesso a studiosi e scienziati di fare delle clamorose scoperte. Si sa, quando parliamo di questo fenomeno siamo abituati a farlo in modo negativo, ma in questo caso la nota è positiva perché è saltato fuori un vero tesoro, spieghiamo di cosa si tratta e cosa è stato scoperto.

Scopriamo il luogo delle incredibili scoperte

La siccità ha fatto riemergere delle ricchezze a molti sconosciute, ci troviamo in America dove è stato scoperto un canyon. L’abbassamento dei livelli idrici sta facendo emergere siti indigeni, molti avanzano l’idea, addirittura, di lasciare che tutta l’aria sia priva d’acqua, si tratta di scoperte di siti inaspettati e in più che sono perfettamente conservati, dunque, si tratta di “pane quotidiano” per storici e studiosi.

Lago Powell (Foto da Canva) – Ecoo.it

Il motivo è semplice l’assenza d’acqua ha portato alla luce la ricca storia delle popolazioni indigene. Il lago Powell, ovvero il bacino artificiale sul fiume Colorando, sta “pagando” le serie conseguenze della tanto temuta siccità. Purtroppo, il bacino ha fatto registrare, in questo periodo, il livello più basso. Il Glen Canyon potrebbe trasformarsi addirittura in un parco nazionale.

Le tribù e la sacralità del luogo

Lago Powell (Foto da Canva) – Ecoo.it

In un momento di forte siccità come quello attuale si sta conoscendo molto sulle popolazioni indigene. Alcune tribù come ad esempio quella di Hopi, Pueblo, Navajo e Paiute confidavano molto sul luogo e consideravano la zona assai sacra. Il motivo è stato spiegato dagli studiosi. Gli esperti hanno sottolineato che il clima secco è stato di grande aiuto per queste tribù, che hanno potuto conservare nel migliore dei modi le loro strutture grazie alle temperature.

In merito si è espresso Eric Balken, direttore esecutivo del Glen Canyon Institute, il quale, riporta Biopianeta, ha dichiarato che diversi chilometri di habitat naturale ritenuti la parte fondamentale del fiume Colorado sono stati inondati e danneggiati. L’idea che sta prendendo piede è quella di trasformarlo in un parco nazionale.

La struttura fu conclusa nel 1964 e per riempirla, pensate un po’, ci vollero 17 anni, circostanza che ha favorito di perdere di vista siti importanti.

Paola Saija

Classe 1996, sono nata ad Enna, nel cuore della Sicilia e sono una studentessa della facoltà di Lettere Moderne. Sin da piccola ho sempre nutrito una forte passione per la scrittura ed il giornalismo e, da qualche anno, sono riuscita a coronare il mio sogno collaborando con diverse testate locali e non. Le tematiche che mi stanno più a cuore e di cui mi occupo sono l’ambiente, la cronaca e l’attualità. Le altre mie passioni sono l’arte, il cinema ed il teatro che ho avuto modo di approfondire attraverso gli studi ed i viaggi.

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