Legambiente ed il Cigno Verde fanno appello al Governo per implementare delle nuove strategie e migliorare la gestione dell’acqua contro la siccità
Acqua bene primario. Acqua simbolo di purezza. Ormai tutti noi sappiamo che non possiamo farne a meno. Purtroppo i cambiamenti climatici hanno acelerato il riscaldamento globale che ha fatto passare l’Italia da un Paese con un clima temperato ad un Paese con un clima caldo. E la conseguenza naturale è una diminuzione delle risorse idriche naturali. I ghiacciai si stanno sciogliendo con conseguenti eventi catastrofici, e le piogge stagionali sono sempre minori. Ciò comporta dei danni incredibili per agricoltura e produzione made in Italy. E sono presenti anche condizioni estreme come quelle di alcune isole del Sud in cui c’è difficoltà a reperire acqua potabile.
La soluzione potrebbe essere a portata di mano. In realtà la soluzione in termini più ampi e complessi dovrebbe essere limitare a tutti i costi i cambiamenti climatici. Tuttavia le strategie europee non sono sempre ben accolte dal Governo. Dunque l’Italia rischia di rimanere ancora più arretrata sulla transizione ecologica.
Legambiente ne è convinta. Basterebbe implementare delle strategie adatte, e grazie alle acque reflue ed alle acque meteoriche – le prime piogge – si potrebbe combattere la siccità in tutto il Paese. Secondo le stime dell’associazione l’agricoltura potrebbe beneficiare di 22 miliardi di metri cubi di acqua all’anno, pari a tre volte la capacità degli invasi al momento utilizzati. Per fare ciò è necessaria una nuova governance dell’acqua, e l’implementazione di nuove tecniche di raccolta. Insomma, è necessario un investimento serio ed organico, cosa che al momento manca.
E la gestione dovrebbe passare per le città. Sono proprio i Comuni a poter organizzare un recupero delle acque piovane negli spazi all’aperto, che nel 2020 sono stati stimati nella quantità di 13 miliardi di metri cubi, scivolati via sul suolo. Ed anche l’associazione Cigno Verde insiste con il suo appello al Governo per non sprecare le acque piovane negli spazi aperti delle città, e per una riprogrammazione del lavoro di gestione idrica. Solo in questo modo la siccità incombente potrà essere combattuta, prima che i suoi effetti devastanti siano irreversibili.
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