Scattano i primi razionamenti d’acqua, la siccità mette a dura prova l’Italia e le regioni iniziano a prendere seri provvedimenti in vista dell’estate.
Non esistono più le mezze stagioni e gli italiani hanno imparato a loro spese che il clima sta cambiando in modo repentino, troppo freddo e troppo caldo non giovano alla natura che sempre più spesso è messa sotto pressione dallo zampino irrispettoso dell’uomo che negli anni ha sfruttato ogni risorsa naturale possibile ed immaginabile.
Gli esperti hanno preannunciato che l’estate 2023 sarà torrida e spietata, non piove da mesi e molti fiumi sono in secca, ragion per cui è scattato l’allarme siccità con il relativo stop all’utilizzo smodato dell’acqua potabile.
Ogni anno sempre la stessa storia, gli esperti ci mettono in guardia per l’estate che con il passare del tempo diventa sempre più torrida e difficile da gestire anche a livello territoriale. Purtroppo c’è il rischio che molte regioni possano rimanere senz’acqua potabile, ragion per cui stanno scattando i primi divieti anti spreco.
L’s.o.s. siccità lanciato da Coldiretti sta facendo tribolare il governo che lavora per cercare di trovare una soluzione su più fronti dal momento che il clima, soprattutto le piogge, sembra non aiutare affatto. Per fine marzo è previsto un nuovo decreto che si interesserà di ottemperare a tutti gli interventi urgenti sul tema della terra, fino al 31 dicembre 2023 con un commissario straordinario per le emergenze.
Nel frattempo la stima di Coldiretti fa rabbrividire, i danni per la mancanza d’acqua si aggirano intorno ai 6miliardi di euro, la situazione è alquanto critica poiché per forza di cose tutta la filiera produttiva subirà un aumento dei prezzi di vendita.
Dobbiamo considerare il fatto che a questo punto l’acqua potabile dovrà essere adoperata solo in casi strettamente necessari e che dobbiamo ingegnarci a riciclarla, ad esempio annaffiando le piante con l’acqua di cottura della pasta e così via. Ad ogni modo, le prime zone interessate ai razionamenti sono il Trentino Alto Adige e la Valtellina, qui è scattato il divieto assoluto di annaffiare i giardini in quanto il fenomeno della crisi idrica durerà per molto tempo ancora. L’intento dei governatori in concerto con il governo, è quello di creare dei piccoli laghetti per la raccolta di acqua piovana utile per irrigare i campi e le colture.
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