La preoccupante siccità al livello mondiale sta portando alcuni Paesi a valutare soluzioni artificiali di alta tecnologia, inducendo manualmente la pioggia
Non solo l’Europa è in difficoltà dalla crisi idrica. L’assenza o quasi di piogge sta mettendo in ginocchio diversi settori produttivi, dall’agricoltura ai comparti industriali. Al punto che ad esempio in Cina alcune fabbriche hanno chiuso temporaneamente. I cambiamenti climatici stanno portando conseguenze a cui non ci si è ancora adattati. La risposta più immediata, come l’essere umano è solito fare, è mettere una toppa ai danni che esso stesso ha creato. Ed allora, anziché andare all’origine del problema, si cercano soluzioni che mettono in campo ancora di più la tecnologia e la forzatura a tutti i costi della natura.
Ad esempo in Tibet nel 2018 è stato tentato un esperimento. Le riserve di acqua dolce si trovavano praticamente a zero per colpa della siccità. Ed allora le autorità hanno pensato di applicare la tecnologia militare al servizio della collettività. Il progetto avrebbe dovuto garantire 10 miliardi di metri cubi di pioggia artificiale ogni anno, veicolate su un’area pari a 1,6 milioni di chilometri quadrati. Attraverso delle camere di combustione, piazzate su un altopiano, si sonocreate nuvole artificiali bruciando un carburante solido che generasse lo ioduro d’argento. Il completamento dell’opera è stato messo in pratica grazie ad aerei che hanno gettato sopra le nuvole artificiali sostanze per appesantirle e caricarle di pioggia.
In sostanza per ora gli esperimenti per risolvere il problema della siccità “creando” la pioggia sono stati portati avanti in Asia. Un altro intervento è stato messo in pratica in Cina, Paese tra i più colpiti dalla siccità, con temperature che spesso hanno superato i 40 gradi. La soluzione tecnologica portata avanti dalle autorità cinesi si basa sullo stesso principio dell’esperimento tibetano, la semina delle nuvole. Un modo per instaurare artificialmente le nuvole ed appesantirle, in modo tale da provocare la pioggia.
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Ma i problemi legati al clima, stanno portando al fallimento l’esperimento. In particolare la mancanza di copertura nuvolosa da colpire per provocare la pioggia. L’idea era di bombardare le nuvole con lo ioduro d’argento, un composto inorganico costituito da un atomo di argento e un atomo di iodio, già precedentemente utilizzato in Tibet.
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La Cina sta attraversando una crisi idrica molto grave, ma non così dissimile da quella nostrana. Infatti non è lontana l’ipotesi anche europea di manipolare ulteriormente la natura e creare pioggia artificiale, con il supporto delle tecnologie militari, sempre le più all’avanguardia.
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