La Coldiretti riporta stime poco rassicuranti. La siccità sta compromettendo buona parte dei raccolti nel belpaese. Il settore agricolo è in crisi
“Occorre intervenire nell’immediato con misure di emergenza per salvare i raccolti e il futuro di aziende e stalle in grave difficoltà”. Con queste parole il presidente della Coldiretti Ettore Prandini sottolinea quanto sia urgente il problema della siccità in Italia. Mentre in alcune regioni del Paese si chiede di non innaffiare le piante e di limitare l’utilizzo di acqua, che spesso travalica in spreco, i raccolti rischiano di subire un decremento importante. L’estate è la stagione in cui in agricoltura si consolida ciò che in primavera spesso era una promessa. Ma le alte temperature non lasciano molto scampo alle piante. E gli agricoltori sono in crisi. Molte aziende rischiano il tracollo, specialmente le piccole, e con esse anche l’eccellenza dei prodotti made in Italy esportati in tutto il mondo.
A soffrire il caldo non sono solo le piante, ma anche gli animali delle fattorie. Per lo stress che comportano le alte temperature, le mucche sono arrivate a produrre oltre il 20 per cento di latte in meno, con problemi legati alla produzione, alla vendita ed al benessere animale. Come noto, anche il Delta del Po risente della siccità, al punto che il suo letto è diventato una specie di circolo bocciofilo per gli abitanti dei paesi circostanti. E nel frattempo i molluschi che nel principale fiume d’Italia facevano dimora, stanno diminuendo sempre di più. Vongole e cozze hanno ridotto la loro presenza de 20 per cento.
A causa delle piogge più che dimezzate nel 2022, oltre un quarto del territorio italiano è a rischio desertificazione, con gravi conseguenze per la produzione e per la popolazione locale. La produzione di grano in Italia è stimata nel 2022 in calo del 30 per cento per effetto della siccità. Quindi ha tagliato le rese agricole dal Nord a Sud del Paese. Questi dati provengono dalle stime Coldiretti. Ma ad essere in sofferenza sono anche girasole, mais, con percentuali che al Nord arrivano a diminuire del 45 per cento, e gli altri cereali ormai secchi a causa dell’impiego per l’alimentazione animale. Per ortaggi e frutta in alcuni territori si arriva ad una diminuzione della produzione di oltre il 70 per cento, specie per la frutta stagionale, che di conseguenza per arrivare a compensare la domanda della grande distribuzione deve essere importata.
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“La devastante siccità che stiamo affrontando ha evidenziato ancora una volta che l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero”, continua Prandini. Ed insieme all’Anbi, Associazione nazionale delle bonifiche, la Coldiretti ha elaborato un piano per la costruzione di bacini che arrivino a raccogliere oltre il 50 per cento della pioggia. In questo modo si potranno ottimizzare le poche risorse idriche a disposizione.
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