Eppure utilizzare la bici per spostarsi è un modo ottimo per rispettare l’ambiente. Zero emissioni, niente inquinamento e salute del nostro organismo? Perché non si tende a fare di tutto per favorire un comportamento eco-responsabile per lo spostamento nei centri abitati?
Il rapporto diffuso permette di prestare grande attenzione al problema della sicurezza nelle città del nostro Paese. E il rischio di mortalità per i ciclisti è qualcosa che non si deve sottovalutare, considerando che i numeri purtroppo non sono molto positivi.
Relativamente all’ultimo decennio infatti sono in totale 2.556 i ciclisti morti sulle strade per degli incidenti, oltre ai 14.655 feriti degli ultimi tempi. Le città più sicure per pedalare, dove il rischio di mortalità è pari a zero, sono Ancona, Aosta, Campobasso, Genova, Trento e Trieste.
Le città con un tasso elevato di rischio sono invece, in ordine dal più alto, Potenza, L’Aquila, Torino, Napoli, Palermo. In media posizione si collocano Firenze, Roma, Milano e Bologna. E l’appello per salvare i ciclisti si è rapidamente diffuso in rete, grazie ai blog e ai social network.
Come si può contrastare questo problema? Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’installazione obbligatoria di sensori sonori per la svolta sui mezzi pesanti, oppure un altro modo potrebbe essere la riduzione dei limiti di velocità dove non ci sono piste ciclabili.
In alternativa, o in aggiunta, si potrebbero implementare le norme di sicurezza stradale in bici anche nei corsi di scuola guida, per una maggiore sensibilizzazione. Nel frattempo utenti di Facebook come Stefano Sciascia, di Roma, si sfogano in questo modo: “Vorrei tanto utilizzare la bici per il tragitto casa-lavoro, sono solo 15km, ma rischio di diventare una sottiletta sotto i camion che popolano la Portuense. Sudo e al lavoro non ho alcuna doccia aziendale. Non c’è un minimo percorso alternativo per evitare strade pericolosissime”.
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