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Simboli della plastica, sicuro di conoscerli? La guida pratica per non sbagliare più

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Simboli della plastica: la guida per riconoscerli (Adobe Stock) – ecoo.it

 

Come riconoscere i vari simboli della plastica, e quali accortezze adottare quando si tratta del riciclo di questo materiale: la guida pratica.

Posto che la plastica continui ad essere la più grande piaga del 21esimo secolo – le immagini delle recenti operazioni condotte da Ocean cleanup, sotto questo aspetto, sono più che eloquenti -, è importante imparare ad approcciarsi a questo materiale in un’ottica di riciclo. La raccolta differenziata, nata proprio a tale scopo, contribuisce ad illuminare le persone in merito a come suddividere i vari materiali e oggetti di scarto di cui ci liberiamo ogni giorno.

Tuttavia, sarà sicuramente capitato ad ognuno di noi di trovarci di fronte ad un utensile o ad un oggetto di plastica, e di non sapere proprio dove buttarlo. Cestino della plastica o dell’indifferenziato? Come capirlo basandoci su una semplice etichetta?

Nell’articolo in questione ti proporremo una guida pratica che ti sia utile a riconoscere i vari simboli che contraddistinguono la plastica. Imparare a decodificarli, in termini di rispetto del pianeta, è il primo passo per cercare di comprendere quali comportamenti adottare di conseguenza.

Tutti i simboli della plastica, spiegati uno per uno

Iniziamo col dire che la sigla “PE” è quella che indica il materiale polietilene, il quale, a propria volta, si suddivide in HDPE (alta densità) o LDPE/PELD (bassa densità). Tale sigla, a prescindere dal tipo di oggetto di fronte al quale vi troviate, sarà racchiusa in un triangolino composto da delle frecce.

Ma veniamo alla questione più spinosa da affrontare (ed anche a quella che genera le maggiori perplessità): come capire se un determinato materiale va gettato nel cassonetto della plastica? Anche in questo caso, sarà fondamentale prestare attenzione alle categorie in cui è suddivisa la plastica, che sono la bellezza di 7.

A partire dal PET (polietilene tereftalato), identificato col numero 1 (o 01). Viene solitamente impiegato per la realizzazione dei contenitori usa e getta, e si ricicla nel cassonetto della plastica. Segue poi il PE, simbolo del polietilene ad alta densità, che può trovarsi indicato tramite i numeri 2 (o 02) o 4 (o 04). Anch’esso va differenziato nel cestino della plastica.

PVC è invece il simbolo del polivinilcloruro o cloruro di polivinile, anch’esso destinato ad essere smaltito nella plastica. È il materiale di cui sono composti tutti gli imballaggi alimentari, e si identifica tramite il numero 3 (o 03). Quanto al polipropilene (PP), esso viene indicato dal numero 5 (o 05) ed è possibilmente smaltirlo nel bidone della plastica. Generalmente viene impiegato per il confezionamento di alimenti delicati (quali i latticini).

Il polistirolo o polistirene (PS) è contrassegnato dal numero 6 (o 06). Anch’esso destinato ad essere smaltito nella plastica, viene solitamente sfruttato per il confezionamento di elettrodomestici o oggetti che debbano esser protetti dagli urti.

Fanalino di coda il simbolo Altro (0 o 7), il quale identifica tutte quelle tipologie di plastiche che non appartengono alle categorie sopraelencate. E che, proprio per tale motivo, non verranno riciclate mediante la raccolta differenziata.

Dove buttare la plastica sporca di cibo?

Imparare a riconoscere i simboli della plastica è il primo passo per un riciclo corretto di questo materiale, responsabile non solo della stragrande maggioranza dell’inquinamento che opprime le acque di oceani e mari, ma persino di apportare seri danni alla salute degli animali che ivi vivono. Differenziare la plastica, dunque, è un imperativo che ciascuno di noi, nel proprio piccolo, dovrebbe impegnarsi a mettere in pratica.

A conclusione della nostra guida relativamente ai simboli della plastica chiariremo un ulteriore dubbio che, spesso e volentieri, mette in difficoltà coloro che effettuano la differenziata: piatti, stoviglie e bicchieri sporchi possono essere gettati nella plastica?

Un interrogativo più che lecito, e che talvolta trae in inganno le persone fino al punto da spingerle ad optare per l’indifferenziato. In realtà, anche i nostri bicchieri e piatti sporchi possono essere gettati nel cassonetto della plastica, e senza troppe remore a riguardo.

Certo, assicurarsi di aver quantomeno eliminato i rimasugli di sporco è buon costume. In tal caso, basterebbe veramente un tovagliolo sporco per ripulire i nostri oggetti di plastica dei residui di cibo o sostanze rimaste. Nel caso in cui tu non ne abbia la possibilità, tuttavia, potrai tranquillamente gettarli nel cassonetto della plastica senza porti il problema.

Prima di procedere al riciclo, infatti, le strutture che si occupano della differenziata si assicurano di lavare con accuratezza i rifiuti. Pertanto, anche i tuoi bicchieri o piatti sporchi possono finire nel cestino della plastica, senza che ciò ostacoli il processo di smaltimento.

Vanessa Zagaglia

Laureata in Lettere moderne e Filologia moderna presso l'Università di Macerata. Giornalista pubblicista dal 2023. Amante della natura e del Pianeta in tutte le sue sfaccettature. La scrittura è la via più immediata attraverso cui ama raccontarne i misteri e le intriganti meraviglie.

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