I movimenti dei pianeti del nostro Sistema solare riproducono suoni che se ascoltati attentamente diventano musica, note di una famosa canzone: scopriamo insieme cosa suona l’universo
Il suono è una vibrazione, una forma di energia naturale, un’onda che percepiamo, come la luce e il calore. Necessita però, a differenza delle radiazioni, di un mezzo per spostarsi e viaggiare, cioè particelle o molecole poste vicino alla sorgente che diffondono le onde sonore passandosele le une con le altre sino ad arrivare ad essere percepite dal nostro orecchio come una nota. Per questo motivo questo meccanismo non può avvenire nello spazio che è vuoto, privo di particelle sufficientemente dense da veicolare i suoni.
Ma il suono, esattamente come la luce, ha uno spettro, una gamma acustica percepita dagli esseri umani in un intervallo di frequenze che va da 20 Hz a 20 kHz, mentre i suoni al di sotto della minima frequenza sono gli infrasuoni e quelli al di sopra sono gli ultrasuoni, entrambi non percepiti dall’orecchio umano. Quindi i suoni presenti nel vasto spazio possono essere rilevati solo indirettamente, attraverso le radiazioni elettromagnetiche emesse da nubi di polveri e gas attraversate dalle onde acustiche. Altri suoni dell’Universo sono le cosiddette onde gravitazionali che viaggiano alla velocità della luce e sono una distorsione spazio-temporale.
Una canzone dallo spazio
I dati provenienti dallo spazio vengono raccolti da un apposito software della NASA e un team di scienziati, capitanati dall’astrofisico Matt Russo, ha convertito i numeri forniti dall’agenzia spaziale in note musicali. Il risultato scaturito dall’esperimento è allo stesso tempo incredibile e sorprendente: dai dati dei movimenti di Mercurio, Venere, Marte e la Terra è emersa una composizione musicale simile ad una canzone dei Radiohead. True Love Waits, melanconica canzone di Thom Yorke.
Dunque le orbite dei pianeti tradotte in musica, con tonalità e melodia a richiamare il brano degli anni novanta della band britannica. Del resto lo sosteneva già Pitagora, un paio di migliaia di anni fa, che il Sole, la Luna e i pianeti, proprio per effetto dei loro movimenti, producono un suono continuo, un’armonia non udibile dall’uomo, ed oggi lo ribadisce la scienza moderna. Il suono dello spazio, decriptato da un apposito software, con tanto di note, ritmo e tempo, uguale all’introduzione della nota triste canzone inglese, che sembra una serenata dedicata alla desolazione del cosmo.
Un accordo rock “spaziale”
L’analogia tra lo spazio cosmico e “True Love Waits” dei Radiohead, scoperta dallo scienziato e musicista Yorke, stabilisce un legame tra l’umanità e l’Universo, una connessione tra i movimenti dei pianeti registrati e le note musicali. L’incredibile spazio si rivela rock, come la musica della band alternativa inglese che da sempre si è distinta dalle altre. Per riuscirci Russo ha accelerato il movimento, cioè la rotazione dei quattro pianeti. La sovrapposizione delle orbite ha fatto il resto regalando al mondo un accordo rock spaziale.