Il concetto di città smoke free, dove vige il divieto di fumo, nasce dall’esigenza di tutelare la salute dei cittadini e diminuire l’inquinamento. È ormai noto a tutti come il fumo di sigarette e prodotti simili sia estremamente dannoso non solo per i fumatori stessi, ma anche per chi gli sta intorno. I cosiddetti fumatori passivi possono infatti subire danni comparabili a quelli subiti da chi sceglie di fumare. Le sigarette inoltre, sono una grande fonte di inquinamento. Il fumo infatti contribuisce ad inquinare l’aria mentre i mozziconi gettati impunemente a terra causano degrado e inquinamento ambientale. Proprio per questi motivi diverse città hanno deciso di applicare il divieto di fumo in buona parte delle aree pubbliche e limitarlo solo a determinate zone dedicate. È così che nasce una città smoke free. Alcune importanti città in tutto il mondo hanno da tempo intrapreso questo percorso ed ora anche in Italia sembra che tutto sia pronto per seguire il loro esempio.
Nel mondo il divieto di fumo nei luoghi pubblici, anche all’aperto, viene già applicato in diverse città. In molte metropoli del Giappone, da Tokyo a Kyoto, è assolutamente vietato fumare in strada. Sono state allestite soltanto delle zone fumatori apposite fornite di posacenere. Queste, vista la somiglianza a vere e proprie gabbie, spesso inducono anche i tabagisti più incalliti ad evitare di fumare. La grande contraddizione del Giappone però consiste nel fatto che è ancora possibile accendersi una sigaretta al chiuso in molti bar e ristoranti. In Svezia, dove il numero di fumatori è poco elevato, dal 2019 è vietato fumare nei ristoranti all’aperto, in stazioni e banchine dei mezzi pubblici e nei parchi per bambini. Tali divieti aumenteranno esponenzialmente nei prossimi anni visto che la Svezia punta a diventare il primo Paese interamente smoke free entro il 2025. Anche a New York la lotta al fumo è iniziata già nel 2011. Da allora è infatti vietato fumare in parchi, stadi, piscine, piazze pedonali, spiagge. Inoltre il divieto è valido anche a meno di 30 metri dall’ingresso dei palazzi. Questo fattore rende molto difficile trovare spazi pubblici dove poter accendere una sigaretta senza incorrere in sanzioni salate.
In Italia c’è già una città dove lo smoke free è realtà. Si chiama San Lazzaro di Savena, paese di circa 30mila abitanti che si trova in Emilia Romagna, provincia di Bologna. Qui, già dal 2013, il Comune ha emanato un’ordinanza che sancisce il divieto di fumo non solo in auto, sul luogo di lavoro oppure nei locali ma anche: “fumare nei parchi giochi comunali, nei cortili delle scuole e degli asili nido, negli spazi pertinenziali degli edifici pubblici e delle strutture sanitarie, nei gazebo, nei dehors di bar, ristoranti ed altri esercizi, ad una distanza inferiore ai due metri dalle soglie degli esercizi commerciali, dei locali pubblici, degli ambulatori pubblici e privati, sotto le pensiline delle fermate degli autobus”. Inoltre nel 2017 il Comune ha lanciato corsi gratuiti per smettere di fumare, tramite la Asl di Bologna. In questo modo molti cittadini hanno potuto adeguarsi al meglio alle nuove restrizioni.
Anche due grandi città italiane potrebbero a breve seguire l’esempio di San Lazzaro adottando politiche smoke free: si tratta di Milano e Venezia.
Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ha da poco iniziato la sua lotta al fumo legandola al tema dell’inquinamento. Il progetto del sindaco, inserito nel cosiddetto Piano Aria, è quello di iniziare vietando il fumo alle fermate dei mezzi pubblici e in tutte le zone dove spesso si formano code (come ad esempio fuori dai musei). Ma questo sarebbe soltanto un punto di partenza. Il sogno del sindaco è infatti quello di avere una Milano completamente smoke free entro il 2030. Nel capoluogo lombardo, comunque, esistono già misure anti-fumo in alcuni ambiti specifici. Ad esempio quelle prese dall’Università degli Studi di Milano e dall’Università Bicocca che hanno vietato il fumo anche negli spazi esterni di pertinenza delle università stesse. Anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha proposto un’iniziativa simile per la sua città. Venezia si è già dimostrata una città verde tramite alcune recenti iniziative. Ad esempio, a partire dal 2021, la plastica sarà messa al bando dai locali pubblici. Seguendo questo trend il sindaco della città della Laguna vuole cominciare vietando il fumo nelle zone con la maggiore densità di turisti, a partire da Piazza San Marco e Rialto. In una fase successiva l’area smoke free potrebbe essere espansa esponenzialmente fino a racchiudere l’intero centro della città.
Sono già diversi anni che da Nord a Sud dello stivale, i sindaci delle città costiere stanno applicando il divieto di fumo in spiaggia con ordinanze sempre più restrittive. Bibione in Veneto e Stintino in Sardegna, sono state le prime località balneari a vietare il fumo di sigaretta sotto l’ombrellone. Sui litorali, durante la stagione estiva, erano state create delle aree apposite per i fumatori lontane dal bagnasciuga. Questa politica healthy è risultata positiva anche per l’ambiente poiché, nella sola spiaggia La Pelosa di Stintino, sono stati raccolti in un’unica stagione balneare ben 140.000 mozziconi di sigaretta che – qualora il divieto di fumo non fosse stato emesso – sarebbero state gettate nella sabbia o peggio ancora in mare.
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