Solstizi ed equinozi scandiscono il passare dell’anno e l’avvicendarsi delle stagioni. Per molte persone significa poco, ma per tanti altri è un momento legato al passaggio tra periodi dell’anno. In agricoltura esiste una tradizione millenaria per cui con il solstizio d’estate iniziano le operazioni di semina ed aratura del grano. Oppure la pulizia e la potatura delle vigne. Purtroppo da quando le tradizioni orali sull’agricoltura sono iniziate i cambiamenti climatici hanno portato ad una mutazione della temperatura, con conseguente anticipo delle operazioni rispetto alle date tradizionalmente sancite. Nonostante ciò il 21 giugno rimane il giorno più lungo dell’anno, quello in cui il sole raggiunge il punto più alto dell’orizzonte.
Per il 2022 il sole è sorto alle 5:37, ed abbandonerà il cielo alle 20:53. Ovviamente solo nell’emisfero boreale. In quello australe le stagioni sono diametralmente opposte. La relazione dell’uomo con il territorio naturale che lo ospita, solitamente viene dimenticata in favore del tempo e dello spazio scanditi dalle attività quotidiane e dalla frenesia delle metropoli. Nonostante ciò l’inizio dell’estate è un momento in cui tutti si ricordano del “giorno più lungo dell’anno”. E la meraviglia di arrivare alle 9 di sera ancora quasi con la luce ripristina un contatto generalmente inesistente.
Quest’anno è paradossale parlare di inizio estate quando le temperature da “mezz’estate” si vivono da quasi un mese. La terra infuocata fa dimenticare che il primo passo verso la stagione più calda deve essere ancora fatto. La siccità e l’aridità del terreno non fanno presagire nulla di buono con l’arrivo della stagione più povera di piogge. Le temperature che in città sfiorano i 40 gradi, in campagna bruciano letteralmente i raccolti. Il problema saranno le stagioni successive e la produzione. I tangibili cambiamenti climatici non sembrano volersi arrestare, anzi, incedono con sempre maggiore forza. E se non si provvederà in fretta, lo scandire delle stagioni rimarrà un atto puramente formale.
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Ogni stagione ha una propria connotazione ed evocazione: in autunno le foglie rosse e gialle che cadono e la raccolta del vino; in inverno la neve ed il freddo; in primavera il rifiorire della natura e le piogge che nutrono la crescita; in estate la raccolta e la predisposizione per la nuova stagione di crescita. Tuttavia questi luoghi comuni sono sballati dalla realtà. Le stagioni calde sono sempre più in anticipo, ed i racconti sui passaggi cruciali cadenzati da equinozi e solstizi sempre più legati alla memoria.
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Ma esiste una cultura diffusa, mutuata dalla new age, che continua a celebrare il solstizio d’estate con saluti al sole e pratiche esoteriche o derivate dall’Oriente. A Stonhenge il sole il 21 giugno sorge esattamente al centro dei due menhir preistorici. Ed in migliaia si affollano a contemplare questo fenomeno che avvicina uomo e natura, confidando che sia di buon auspicio. E nel frattempo la terra continua a bruciare.
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