Per molti ha già fatto più di Greta Thunberg, lei è Sophia Kianni, statunitense di origine iraniana ed è un’imprenditrice sociale.
“Immagina un mondo in cui tutti siano messaggeri del clima, che lanciano l’allarme sul pericolo più grave del nostro mondo”, con queste parole Sophia Kianni si esprimeva, lanciando un messaggio di proposta e non esclusivamente di protesta alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. Parole che hanno fatto il giro del mondo e il suo messaggio è diventato un punto di riferimento per decine di migliaia di giovani.
Anche se oggi in molti si chiedono che fine abbia fatto, è indiscutibile la leadership delle proteste ancora simbolicamente nelle mani di Greta Thunberg, ma sono tanti i volti più o meno nuovi della lotta contro i cambiamenti climatici. Uno dei simboli più noti è la giovane attivista indiana, Licypriya Kangujam, una bambina di 12 anni che da anni ha le idee molto chiare.
Ma acquisisce sempre maggiore notorietà Sophia Kianni, statunitense di origini iraniane, che ha un’incredibile storia personale da raccontare. Questa imprenditrice del settore del sociale è la fondatrice di Climate Cardinals, la più grande organizzazione no profit sul clima guidata da giovani provenienti da tutto il mondo. Sono oltre 10mila i volontari dell’organizzazione fondata da Sophia Kianni, sparsi in 80 Paesi del mondo.
“Climate Cardinals non è solo un’organizzazione no-profit; è un movimento” – spiega l’imprenditrice che porta avanti delle lotte molto importanti e che ha attirato l’attenzione del Pontefice, che l’ha ricevuta in Vaticano – “Le nostre migliaia di giovani volontari credono che tutti, ovunque, dovrebbero essere attrezzati per unirsi alla lotta per la giustizia climatica”.
Oggi questa ragazza è la più giovane consigliera delle Nazioni Unite nella storia degli Stati Uniti e fa parte del Consiglio consultivo nazionale per i giovani dell’EPA: quasi 150mila follower la seguono sul suo profilo Instagram e ha catturato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Per citarne alcuni: The New York Times, CNN, Vogue, Business Insider, BBC.
Addirittura, il Washington Post le ha dedicato la prima pagina di una sua edizione e i suoi articoli sui cambiamenti climatici, pubblicati su importanti testate, sono poi stati tradotti in tutto il mondo. Nominata giovane dell’anno da VICE Media, per la BBC è stata tra le 100 donne più influenti e Forbes l’ha infine inserita tra i 30 giovani sotto i 30 anni che possono cambiare il corso delle cose.
Narratrice prolifica, ha parlato nelle università di tutto il mondo, tra cui Harvard, Columbia, Yale, Oxford, Cambridge e Princeton e le sue capacità oratorie sono riconosciute come tra le più importanti e innovative di quelle della sua generazione. Il suo TED Talk di debutto ha più di 2,5 milioni di visualizzazioni: in quell’occasione aveva spiegato che la mancata conoscenza di una lingua non può ostacolare la battaglia contro il cambiamento climatico.
Tra i passaggi più significativi dei suoi interventi in tutto il mondo, segnaliamo le sue parole durante un recente COP27: “Se un gruppo disordinato di adolescenti che si organizzano attraverso i social media può svolgere questo lavoro [ovvero l’abbattimento delle barriere costituite dalla lingue, ndr] immaginate l’impatto che uno sforzo concentrato da parte di governi, scienziati e politici potrebbe scatenare”.
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