Le sostanze radioattive vengono usate con parsimonia e solo se strettamente necessarie. In passato invece erano molto più diffuse. Anche in prodotti inimmaginabili.
La storia del radio e delle radiazioni ci riporta parecchio indietro nel tempo, nel periodo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Marie Curie, ed il marito Pierre Curie, furono insigniti di numerosi premi grazie ai loro studi sulle radiazioni. Marie vinse il premio Nobel per la chimica nel 1911, per aver scoperto la radio ed il polonio. Tuttavia non fu il primo premio Nobel.
Nel 1903 lo ha ricevuto per la fisica. Dopo aver incontrato il marito Pierre, ella decise di dedicare la sua vita all’isolamento ed alla concentrazione del radio. Il radio è stato scoperto nel 1898, ed è un elemento chimico con numero atomico 88. La parola radioattività viene proprio da questo elemento chimico, anche se non è quello che ha maggiore potenza radioattiva.
A parità di massa, la radioattività emessa dal radio è oltre un milione di volte superiore e più intensa di quella dell’uranio. Quando fu scoperto il radio, questi effetti collaterali disastrosi, che entrano anche a far parte del patrimonio genetico, e dunque passano da genitori al figlio, non erano ancora noti. Per questo motivo le applicazioni sul mercato del radio erano molteplici e prive di protezione.
La stessa Marie Curie è deceduta a causa di un’anemia aplastica, con tutta probabilità contratta a causa delle lunghe esposizioni alle radiazioni. All’epoca si ignorava la loro pericolosità. Ad oggi, chi vuole visitare il museo in onore di Marie Curie, per toccare i suoi ricettari deve indossare le misure di protezione, in quanto i libri stessi potrebbero essere contaminati ancora da radiazioni, che durano moltissimo nel tempo.
Inizialmente il mercato era rimasto sedotto dalla luminescenza delle radiazioni, al punto che la vernice per gli orologi in buona parte era composta dal radio. Esisteva un mestiere specifico che alcune donne facevano, quale dipingere manualmente gli orologi con la vernice radioluminescente. Purtroppo buona parte di loro si è ammalata in conseguenza a una reiterata esposizione al radio. Ciò che probabilmente molte persone non sanno è che l’effetto luminescente del radio veniva sfruttato negli anni trenta anche in ambito cosmetico per confezionare delle creme idratanti, che grazie a questo elemento donavano maggior luminosità alla pelle. Ovviamente questo ha comportato lo sviluppo di numerose malattie, tra le quali il cancro. Ad oggi questa pratica è stata completamente abolita, e l’uso delle radiazioni è presente principalmente in ambito medico, in particolare della cura delle metastasi ossee.
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