Le case green in Italia sono ancora poche. Dopo l’approvazione della direttiva europea, Ipsos ha condotto un’indagine sugli edifici
Il grado di soddisfazione, la conoscenza e sensibilizzazione degli italiani sul tema energetico e di efficientamento delle costruzioni edilizie non è particolarmente favorevole. A condurre un sondaggio sulle case green è stata la Ipsos, su commissione di Changes Unipol. Il risultato non è stato dei migliori. A quanto pare solo l’8% degli italiani effettuerebbe lavori di efficientamento energetico nella propria casa. E questo palesa quanto indietro lo stivale sia in tema di transizione energetica, che dall’approvazione della direttiva europea sulle case green, ormai è una strada piuttosto spianata.
Nonostante l’esecutivo non sia così d’accordo. Le posizioni del Governo sono di arrestare o almeno rallentare gli obiettivi della transizione ecologica ed energetica, dato che L’Italia è un Paese da un punto di vista edilizio e geologico piuttosto complicato. In attesa di un piano operativo, i sondaggi possono aiutare a percepire il clima della popolazione.
Dai dati rilevati emerge che il 52% degli italiani non conosce la classificazione energetica della propria abitazione. E questo è un dato che deve essere assolutamente sanato. La percezione dell’arretratezza sui consumi può spingere i cittadini ad investire su lavori di ristrutturazione che rendano il proprio appartamento più sostenibile, oltre quell’8% che è stimato dalla ricerca. Le case green dovranno diventare presto una realtà. Specialmente gli edifici pubblici ed i negozi di una determinata ampiezza, che da direttiva europea entro pochi anni dovranno diventare autonomi energeticamente.
Uno dei problemi legati alle nuove case green è la riduzione dei bonus sull’efficientamento energetico. Dunque una buona parte dei cittadini ha dichiarato di aver desistito dall’intento di migliorare la classe energetica della propria casa a fronte delle eccessive spese da sostenere. Il Superbonus cambia faccia e cifre, ed anche l’ecobonus scarseggia. Maggiori incentivi potrebbero aiutare la transizione. È vero che l’Italia è un Paese complicato, sia come tipologia edilizia che come tessuto sociale. Ed allora un avvicendamento deve avvenire necessariamente per empo e soprattutto per gradi. I fondi del PNRR dvrebbero servire anche a questo.
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