L’Overtourism è un fenomeno che sta dilagando negli ultimi anni e sta opprimendo le più rinomate mete turistiche: vediamo insieme tutte le motivazioni e le conseguenze
Viviamo in uno dei paesi più belli del globo e abbiamo la fortuna di avere le più belle città d’arte e meravigliose località turistiche che il mondo ci invidia. L’Italia è infatti definita il Bel Paese, proprio per le sue peculiari bellezze naturali che vanno dal mare, passando per le colline, soggiornando sui laghi e arrivando alle maestose montagne. Inoltre il nostro territorio trasuda arte da ogni poro e dove ti giri puoi ammirare qualcosa di incredibile e stupefacente, che ti lascia letteralmente a bocca aperta.
Da sempre l‘Italia è una delle mete turistiche più ambite e città come Roma, Firenze e soprattutto Venezia ne sanno qualcosa. Ogni anno milioni di visitatori riempiono le nostre piazze e le nostre vie in contemplazione dei monumenti e delle opere d’arte di cui è costellata l’intera nazione. Ultimamente la situazione è andata degenerando e il sovraffollamento turistico è davvero ai massimi storici. Sarà anche stata la Pandemia ad aver spinto le persone, appena si è riaperto, a riversarsi nei centri storici delle città italiane e non solo. Il turismo è ripreso esponenzialmente, determinando anche problematiche che vanno gestite ed affrontate.
Se pensiamo a Venezia e alla marea di persone che normalmente affolla Piazza San Marco e ogni calle della città lagunare, la parola sovraffollamento sembra assolutamente appropriata per definire il turismo che la coinvolge ogni giorno. Se da un lato non possiamo fare a meno di sentirci orgogliosi del fatto che l’Italia sia ammirata da tutti e che siano moltissimi gli stranieri che vogliono visitarla, dall’altro si deve fare i conti con le problematiche che si palesano inevitabilmente quando si parla di Overtourism.
I più svantaggiati sono proprio i residenti che vedono invasi i loro centri urbani con le limitazioni e i disagi che ne conseguono. E se Milano si è ormai abituata ad essere la capitale della moda e a venire a patti con le esigenze della Fashion Week e, ultimamente anche con la Design Week, lo stesso non si può dire per altre realtà turistiche sul nostro territorio. Nelle città si sono materializzati sempre più gli affitti “day by day” che mettono in crisi il mercato immobiliare, facendo alzare i prezzi e soprattutto convogliando tutta l’offerta di case verso il settore turistico e creando un vacuum atipico, per chi invece ha necessità diverse come lo studio o il lavoro.
Le città prese d’assalto dai turisti low cost, con la vita quotidiana dei residenti puntualmente stravolta e la viabilità in tilt, ci raccontano di un turismo poco sostenibile. Per non parlare delle mete turistiche nelle zone di rilevanza naturale e paesaggistica che patiscono il sovraffollamento dal punto di vista ambientale, con seri rischi per gli ecosistemi e gli equilibri degli habitat. Il problema principale e che i miliardi di persone che si sposteranno nel mondo si concentreranno su poche destinazioni, destabilizzando fortemente le mete prescelte e mandando in crisi interi sistemi e settori, non in grado di reggere tale impatto e tali numeri.
Allora è necessario contrastare il fenomeno agendo sulla dispersione turistica, allargando le zone da visitare e veicolando i viaggiatori dove non pensavano di arrivare, attraverso la composizione di nuovi itinerari e tour intriganti e originali. Applicare severamente regolamenti e divieti per salvaguardare le aree naturalistiche e monumentali, anche attraverso la responsabilizzazione del turista e del viaggiatore. In ultimo migliorare i servizi e le esperienze all’interno delle città, o nelle zone turistiche, coinvolgendo la comunità locale che sarà ben lieta di preservare ciò a cui tiene di più: il proprio territorio.
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