Una delle tradizioni italiani più note è la classica spaghettata di mezzanotte, una pratica che in tanti avranno provato almeno una volta.
Mangiare un buon piatto di pasta in piena notte in compagnia di amici, magari dopo aver trascorso fuori la serata, un qualcosa che almeno una volta nella vita in molti hanno fatto trascorrendo momenti indimenticabili.
Parliamo di quella divenuta nota come la “spaghettata di mezzanotte”. La pratica molto famosa affonda le sue radici durante gli anni ’50 e ’60, quelli del boom economico quando gli spaghetti divennero un simbolo del nostro Paese nell’immaginario globale.
In tantissimi, almeno una volta nella vita, hanno organizzato una spaghettata della mezzanotte, l’occasione per trascorrere una serata diversa in compagnia di amici davanti ad un ottimo piatto di pasta.
Pochi di loro, però, conoscono le origine di quella ormai divenuta una tradizione tutta italiana. La spaghettata notturna divenne una pratica molto usuale, soprattutto nel Mezzogiorno, a cavallo degli anni ’50 e ’60 quando il nostro Paese viveva il cosiddetto boom economico, ossia un periodo di forte crescita economica in seguito alla seconda guerra mondiale.
Proprio in quegli anni gli spaghetti divennero il simbolo della Penisola grazie anche ad alcuni film iconici come “Un Americano a Roma”, qui Alberto Sordi gusta un piatto di pasta pronunciando la famosissima frase: “Maccarone, m’hai provocato e io te distruggo”, ma anche “Miseria e nobiltà” di Totò, dove la famiglia protagonista del film mangia gli spaghetti con le mani da un’insalatiera.
Quando si parla di spaghettata di mezzanotte si fa riferimento anche ad un qualcosa di improvviso, senza organizzazione, ma proposto su due piedi dopo aver trascorso la serata fuori casa insieme ad i propri amici per poterla prolungare ancora. Questo si traduce nella preparazione di una ricetta semplice senza aver acquistato in precedenza l’occorrente: parliamo dei classici spaghetti aglio, olio e peperoncino. Ovviamente, avendo l’occorrente a disposizione, ci si può sbizzarrire magari proponendo un piatto di pasta all’arrabbiata o una puttanesca o ancora una amatriciana. L’importante, difatti, non è la ricetta in sé ma trascorrere la serata in buona compagnia.
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