La rete energetica iberica rischia il collasso. Da Bruxelles suggerimenti alla Spagna per migliorare le infrastrutture sulle energie rinnovabili
Questo può essere uno dei rischi dell’applicazione di nuove tecnologie senza aver la capacità di sostenerle. E non si parla di sostegno economico, bensì di infrastrutture che possano reggere un carico maggiorato di nuove energie. La Spagna è uno dei paesi del vecchio continente che sta maggiormente spingendo verso le fonti di energia rinnovabili.
Gli obiettivi che vedono il 2030 come prossima tappa, dovrebbero far aumentare notevolmente la produzione di energia elettrica data da l’eolico e dall’energia solare. La commissione Europea, come racconta il quotidiano iberico El Pais, lancia l’allarme sui rischi correlati alla rete elettrica spagnola. Secondo Bruxelles si rischia di avere troppa materia prima e troppe poche infrastrutture per contenerla e trasportarla adeguatamente.
Le fonti rinnovabili spagnole
Negli ultimi anni La Spagna ha puntato moltissimo sulla produzione di energia rinnovabile. Al punto che l’energia prodotta è circa tre volte quella italiana. Gli impianti eolici di nuova fattura sono stati oltre 1.600. Per quanto riguarda il fotovoltaico soltanto la Germania ha superato la Spagna nel primato di nuovi impianti per il 2022. Ed il progetto è una crescita esponenziale che potrebbe portare al 2030 la Spagna ad essere una delle maggiori fornitrici di energia elettrica rinnovabile a livello mondiale, non solo del vecchio continente. Il problema è che un eccessiva materia prima senza infrastrutture che la sostengano rischia di creare un collasso nella rete elettrica nazionale. Bruxelles ne è piuttosto certa, e consiglia la Spagna di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture ed anche nello stoccaggio. Aurora Energy research, una società di consulenza sulle rinnovabili, ritiene che la crescita delle energie rinnovabili non è andata pari passo a quella del sistema di trasmissione. E questo può essere un problema.
Le nuove figure professionali
La società di consulenza continua sottolineando che oltre agli investimenti per le infrastrutture, per evitare il collasso del settore energetico, la Spagna dovrebbe investire sul capitale umano. Esistono nuove figure professionali, specialmente di carattere tecnico ed ingegneristico, che dovrebbero essere implementate in tutti i nuovi progetti. Invece questo tipo di formazione in Spagna risulta ancora arretrato. In sostanza, per evitare il crack, la Spagna dovrebbe migliorare le sue figure professionali e le sue infrastrutture di trasporto della rete energetica.