Lo spaventapasseri ha tradizione antica del mondo agricolo. È rimasto più un simbolo che altro, in quanto pare che non funzioni a dovere, perché?
Gli spaventapasseri hanno un passato sin dall’antichità. Da quando esiste l’agricoltura esiste la necessità di allontanare gli uccelli dai campi soprattutto durante i periodi di semina. E l’idea di costruire uno spaventapasseri con immagine antropomorfa è stata subito accolta e tradizionalmente tramandata. Nell’antichità si usavano massi di pietre, poi mano mano si è pensato di introdurre anche una forma simile all’uomo fatta con bastoni e paglia. E soprattutto adornata con abiti classici del contadino, così da portare a termine l’illusione.
Nella cultura di massa lo spaventapasseri è simbolo di spauracchio senza alcuna personalità o spina dorsale, al punto che Germi, in uno dei suoi film più famosi, “l’uomo di paglia”, chiude la narrazione proprio con l’immagine di uno spaventapasseri. Oppure nel mago di Oz uno dei personaggi è uno spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello. Nonostante dal medioevo e dall’agricoltura prettamente rurale sia passata molta acqua sotto i ponti, lo spaventapasseri continua a decorare i paesaggi agricoli. È davvero utile?
A parte il divertimento di costruire uno spaventapasseri, un po’ come il pupazzo di neve in inverno, la sua funzione è di dissuasore ottico per gli uccelli. I volatili sono purtroppo nemici dei campi, dato che rischiano di mettere a repentaglio tutte le fasi cruciali. Nel periodo della semina si cibano dei semi e li portano in giro. Nel erodo della crescita sono ghiotti dei teneri germogli che diventeranno pianta. Se i germogli vengono mangiati, il raccolto sarà scarso. Nel periodo dei frutti gli uccelli ne rovinano molti sottraendo raccolto prezioso. Allo stesso tempo i volatili hanno paura dell’uomo.
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Ma un contadino non può presenziare 24 ore al giorno sui campi per fare il piantone contro gli uccelli. E così ha inventato un suo simulacro immobile, lo spaventapasseri, certo del fatto che gli abiti da lavoro del contadino, il cappello e la stazza tenessero gli uccelli alla lontana. La realtà è che probabilmente gli uccelli sono animali molto più intelligenti di quanto l’essere umano creda. Lo spaventapasseri, nonostante tramandato nel tempo, non ha molta efficacia. Forse è troppo rudimentale, o forse gli uccelli si accorgono presto che non è una minaccia al punto che spesso si posano anche sul cappello.
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Che volendo è un ironico atteggiamento di presa in giro del contadino. Un suggerimento è che per migliorare il potere dissuasivo, si deve cambiare posto spesso allo spaventapasseri. Così gli uccelli noteranno la differenza e forse cadranno nella rete del dissuasore ottico.
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