Non si smorzano le polemiche legate alle sperimentazioni in laboratorio sui cani Beagle: i test per i disturbi dell’autismo.
I poveri cani Beagle continuano a essere tormentati, e non sono bastate le proteste e le incursioni nei laboratori da parte di decine di associazioni animaliste nel mondo. Questa razza è considerata la più idonea per la sperimentazione, perciò, la scienza continua imperterrita a superare i limiti imposti dall’etica.
I Beagle sono utilizzati da tempo per gli esperimenti in laboratorio non solo per affinità genetica con l’uomo, ma soprattutto per la taglia, gestibile, la loro forza e resistenza cardiaca, e per la lunghezza del pelo, ideale per le iniezioni e per i prelievi. Senza contare il loro carattere docile e la loro capacità di socializzazione.
I Beagle geneticamente modificati: le sperimentazioni in laboratorio non si arrestano
Nonostante il processo storico di Green Hill, 10 anni fa, il laboratorio lager in Italia che allevava Beagle destinati alla vivisezione, e che ha portato al sequestro di quasi 3 mila cani e alla condanna dei proprietari del laboratorio, nel resto della Comunità Europea è accaduto ben poco.
Sono ancora tanti i laboratori che utilizzano scimmie, cani e gatti per le sperimentazioni. Se in Italia, a partire dal 2015 e in seguito alla vicenda Green Hill, è vietato allevare animali per fare da cavie, in UE e nel resto del mondo non è così. Tra l’altro, ogni anno si introducono piccole normative che, in qualche modo, aggirano le conquiste avvenute nell’ultimo decennio.
I cani Beagle e i test sui disturbi da spettro autistico
E così, ci si ritrova sempre a dover rincorrere, a dover far valere la legge, a combattere. È delle ultime ore la notizia delle sperimentazioni sui Beagle per capire meglio i disturbi legati allo spettro autistico. In Cina, ad esempio, i ricercatori della Beijing Sinogene Biotechnology, in collaborazione con la Yale, hanno generato linee mutanti di Beagle, pronte per effettuare decine di test.
Lo studio, apparso sulla testata Nature, nella rubrica “Molecular Psychiatry”, dimostra come sia stato mutato il gene SHANK3, lo stesso gene presente nei pazienti affetti da autismo. In laboratorio, quindi, si sono creati dei cani autistici sui quali sperimentare nuovi farmaci. I Beagle modificati, purtroppo, presentano dei disturbi particolari: sono a disagio, provano ansia, non interagiscono, hanno comportamenti strani e ripetitivi.
Si tratta di cani autistici, e i ricercatori sono fieri di aver creato decine e decine di animali del genere in breve tempo, da poter sfruttare per testare nuovi farmaci da mettere poi, in caso di successo, in commercio. Insomma, quando la scienza supera ogni limite etico non va mai bene. Test del genere lasciano sbigottiti, specie dopo decenni di lotte alle sperimentazioni animali in tutto il mondo.