Siegfried e Roy sono passati alla storia come illusionisti tra i più acclamati di Las Vegas con uno spettacolo che comprendeva anche una tigre bianca che, una sera dell’ottobre del 2003, ha deciso di non collaborare più
Gli spettacoli con gli animali sono purtroppo ancora attrazioni molto apprezzate dal vasto pubblico che probabilmente ignora le sofferenze cui quegli animali sono sottoposti anche da chi cerca di trattarli nel modo migliore possibile. Fino all’inizio degli anni 2000 il duo Siegfried e Roy, maghi americani ma di origine tedesca, è stata una delle attrazioni più interessanti sia del Mirage sia del Caesar’s Palace, due dei casinò più famosi di Las Vegas.
Il loro spettacolo di illusionismo comprendeva anche l’ingresso in scena di una serie di animali tra cui due tigri bianche. Proprio una di queste due tigri bianche, chiamata Mantacore, una sera nell’ottobre del 2003 decise di non rispondere ai comandi di Roy e, probabilmente infastidita, decise di prendere il suo addestratore e trascinarlo fuori dal palco. Una scena rimasta impressa per sempre nella memoria del migliaio di persone che erano presenti quella sera nella sala degli spettacoli del Mirage.
Siegfried e Roy, l’incidente con Mantacore
Come raccontato da chi si è trovato quella sera nel dietro le quinte del teatro del casinò Mirage di Las Vegas sembrava tutto normale per i due illusionisti e anche per la tigre, che all’epoca aveva 7 anni e proveniva dal Messico. Ma a quanto pare qualcosa, un movimento di qualcuno nel pubblico forse, distrasse Mantacore che decise di non obbedire al comando di Roy che le aveva intimato di sdraiarsi a terra. Anziché eseguire ciò che le era chiesto, la tigre afferrò con la zampa il polso destro del suo addestratore. Così bloccato, Roy tentò di convincere Mantacore a lasciare la presa colpendola delicatamente sulla testa e ordinandole di lasciare ma quando alla fine l’animale si convinse, l’addestratore inciampò e a quel punto la tigre decise di afferrarlo per la gola e portarlo via.
Gli spettatori, dietro le quinte e sotto il palco, sono tutti concordi nel dire che la presa di Mantacore sulla gola di Roy non fu una presa per uccidere. Arrivata dietro le quinte, Mantacore fu alla fine convinta a colpi di estintore a lasciare la presa e il suo addestratore fu portato di corsa in ospedale. Dopo diversi mesi, una operazione e la rimozione di parte del cranio per permettere una decompressione del cervello, Roy lentamente tornò a muoversi dimostrando di non aver perso niente delle sue capacità cognitive nonostante la copiosa perdita di sangue e il trauma cranico. I due illusionisti sono tornati diversi anni dopo ad esibirsi e hanno vissuto rispettivamente fino a 75 e fino a 81 anni. Mantacore, invece è morta nel 2014.
Il problema degli animali
Quello che un essere umano fa per convincere un animale a muoversi in un certo modo può essere frutto di empatia o desiderio di sopraffazione. Negli anni sono per esempio emersi moltissimi casi in cui gli addestratori e i guardiani degli animali degli zoo e nei circhi si sono trovati al centro di polemiche per i mezzi poco ortodossi e poco rispettosi utilizzati per tranquillizzare gli animali. Ma anche nel caso in cui si utilizzi l’empatia per convincere una tigre a sedersi o magari ad alzarsi sulle zampe posteriori, si tratta sempre di un animale che andrebbe invece rispettato per quello che è: un predatore frutto di migliaia di anni di evoluzione in cui il patrimonio genetico è quello di una macchina progettata per rispondere agli stimoli esterni e portare a casa la propria preda e non a mettersi sulle zampe posteriori e piroettare come una ballerina.