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Spiagge e fondali puliti 2014: il rapporto di Legambiente

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spiagge e fondali puliti 2014Spiagge e fondali puliti 2014 è il nome della campagna che, curata da Legambiente, ha visto impegnati numerosi volontari, i quali si sono occupati di ripulire i litorali e le acque marine dai rifiuti che spesso si accumulano in questi ambienti. Un evento all’insegna dell’attenzione e dell’ecocompatibilità, che ha voluto stimolare tutti ad un’azione quotidiana e ad un impegno concreto, per far sentire quanto utili possano essere le azioni a sostegno di uno stile di vita che badi agli effetti dell’inquinamento. Legambiente ha proceduto ad un’analisi dei rifiuti abbandonati e ha messo a punto uno specifico rapporto sull’argomento.

I risultati del rapporto

Secondo il monitoraggio effettuato da Legambiente, differenti sono i tipi di rifiuti che sono stati rintracciati nell’ambiente costiero e marino. In particolare le analisi, che si sono basate su 15.215 rifiuti rintracciati, hanno messo in evidenza che la più alta percentuale (65%) è rappresentata dalla plastica. Non si tratta soltanto di bottiglie e sacchetti, ma anche di tappi, di secchi, di stoviglie usa e getta. Tra questo tipo di rifiuti non bisogna dimenticare nemmeno tutti quegli oggetti che fanno riferimento al settore della pesca. Gli esperti, infatti, hanno potuto constatare che il 9% degli oggetti plastici trovati nel mare è rappresentato da cassette per il pesce, reti, galleggianti, fili da pesca. Ma non mancano altri tipi di rifiuti, che mettono a rischio i delicati equilibri tipici dell’ambiente marino. I volontari hanno raccolto 1.035 mozziconi e poi metalli, nella percentuale del 6%, e rifiuti sanitari, che hanno costituito complessivamente il 5% degli oggetti tolti dalle spiagge e dalle acque. Il 2% è stato rappresentato dai tessili, il 4% da materiale di costruzione, come, ad esempio, mattonelle e calcinacci, e il 3% soprattutto dalle bottiglie di vetro.

L’impatto ambientale
L’impatto ambientale costituito dai rifiuti abbandonati sulle spiagge, che finiscono anche nei fondali marini, è veramente notevole. E’ un argomento, che non può mancare di essere notato e che non va affatto sottovalutato. In effetti non dobbiamo dimenticare che tutti questi rifiuti hanno delle conseguenze terribili. Sono proprio le particelle di plastica, di metallo e di altri materiali che possono determinare il soffocamento e, quindi, la morte di uccelli, pesci e altri animali marini. L’ingestione accidentale dei rifiuti da parte degli animali che popolano l’ambiente marino rappresenta un problema molto grave. Ogni essere vivente costituisce un anello fondamentale di una catena naturale, di cui anche l’uomo fa parte. Non possiamo pensare di mettere a rischio questi meccanismi naturali, senza subirne le conseguenze.

Gianluca Rini

Gianluca Rini è stato collaboratore di Ecoo dal 2010 al 2019, occupandosi di alimentazione sana, riciclo creativo ed ecologia.

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