Le spose bambine sembra un tema lontano dalla cultura nostrana, invece riguada tutta la popolazione mondiale. I cambiamenti climatici sono collegati
Il dramma delle bambine che diventano spose fin dall’infanzia è difficile da comprendere fino in fondo se non si riesce a permeare la cultura che le appartiene. Senza dubbio è un fenomeno a cui si deve dare uno stop. In una riflessione più ampia, si può considerare che la povertà crescente di alcune aree geografiche del mondo non aiuta. Le famiglie cercano nei matrimoni precoci, specialmente delle femmine una certezza in un mondo di incertezze.
E purtroppo a causa delle crisi climatiche, che esacerbano delle condizioni di vita già piuttosto precarie, i dati futuribili sono allarmanti, nonostante le promesse governative. A lanciare l’allarme è l’Unicef, che oltre a pubblicare i dati sulle spose bambine, lancia anche un appello ai Governi di tutto il mondo che siano solidali nel dire no a questo fenomeno diffuso.
Il rapporto dell’Unicef mette in luce che in tutto il mondo sono circa 640 milioni le ragazze e donne che hanno subito un matrimonio in tenera età. Dato che corrisponde a 12 milioni di ragazze in un anno. Le spose bambine contraggono matrimonio nell’infanzia, e rimangono nella casa natale fino a che non raggiungono la maturità sessuale. A quel punto vanno incontro ad una vita senza troppe prospettive. Senza studiare, con delle gravidanze precoci che mettono a rischio la salute e l’incolumità della bambina appena adolescente, e senza la possibilità di crearsi una vita autonoma. Una nuova schiavitù a cui si deve dire basta.
L’appello è che si debba dire stop alle spose bambine. L’Africa subsahariana è al secondo posto per la quantità di matrimoni infantili. Tuttavia è un fenomeno in crescita data la povertà in crescita. In controtendenza con gli altri Paesi. L’Asia meridionale, in particolare l’India, intende abolire il fenomeno entro 55 anni. Un tempo nel quale altri milioni di bambine continueranno a vivere una vita condannata sin dalla nascita.
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