Di certo con la situazione economica globale che si è venuta a creare tutti cercano di risparmiare ma lo spreco alimentare continua ad essere un problema. Una ricerca svela quanto buttiamo e quanto potremmo risparmiare.
Viviamo purtroppo in un periodo della storia in cui riuscire ad arrivare alla fine del mese è una corsa ad ostacoli per tantissimi italiani e moltissime famiglie. Le novità introdotte dal governo potrebbero portare beneficio ma occorre fare tutti la propria parte. E fare la propria parte significa iniziare alla fonte riducendo lo spreco alimentare che, ed è forse un paradosso che si presenta solo negli Stati del benessere, continua a far bruciare a ciascun cittadino italiano quasi 400 euro l’anno.
Soldi che se ne vanno perché il cibo non viene consumato, marcisce o scade e deve essere quindi buttato anziché poter essere utilizzato. E il problema dello spreco alimentare non è soltanto un problema prettamente economico del portafoglio di cittadini e famiglie. Si tratta di un problema ambientale nazionale e globale.
Fare la spesa, riempire i pensili e il frigo e poi rendersi conto che alcuni alimenti sono da buttare. Forse è una situazione in cui ti sei trovato anche tu o in cui si trova ogni tanto la tua famiglia. Ma forse cambieresti prospettiva se potessi guardare a tutti gli euro che butti nel momento in cui qualcosa di quello che hai comprato finisce nella pattumiera.
Un nuovo studio condotto dal Centro Studi Divulga, specializzato proprio nel raccogliere dati e notizie riguardo il rapporto di italiani ed europei con il cibo, fotografa infatti una situazione in cui l’Italia è seconda solo alla Germania per quantità di cibo che ogni anno viene buttato o perso e quindi in buona sostanza sprecato. Un secondo posto che di certo non può renderci orgogliosi anche perché i 146 kg circa di cibo che ognuno di noi spreca ogni anno si trasformano in una spesa di 385 euro cui vanno aggiunte le emissioni di CO2, i rifiuti prodotti, l’acqua sprecata e tutti i materiali che finiscono con il trasformarsi in rifiuto senza aver svolto la loro funzione.
E tra questi dati uno che deve far particolarmente riflettere è il luogo in cui più spesso gli italiani sprecano. Perché potresti pensare che lo spreco alimentare avvenga magari al ristorante dove la gente ordina e poi non consuma ma è proprio nelle case che avviene quasi l’80% degli sprechi. Questo significa che nonostante la crisi abbiamo ancora abitudini di acquisto che non sono salutari né per il pianeta, né per noi né per il portafoglio.
Come sia possibile in una situazione globale in cui tutto è aumentato a dismisura continuare a sprecare cibo risulta di certo di difficile comprensione. Eppure stando ai numeri elaborati da Divulga su base di dati raccolti da Eurostat questa è la situazione. Ma quali sono quindi le soluzioni per la lotta allo spreco alimentare. A titolo puramente di esempio ti segnaliamo due iniziative che potrebbero aiutarti a cambiare prospettiva sul cibo.
Una è quella che porta avanti il sistema di Too Good To Go e che mette in comunicazione negozi, ristoranti e realtà legate al cibo con utenti che cercano il risparmio economico andando a acquistare ciò che per esempio è avanzato nei bar e nelle panetterie e che non potrebbe essere rivenduto il giorno dopo.
Un’altra iniziativa lodevole è quella invece che si svolge nei supermercati del gruppo Penny in cui periodicamente nel reparto ortofrutta vengono realizzate delle cassette in cartone, con circa 4 kg di prodotti tra frutta e verdura che sono magari leggermente rovinati o troppo maturi per rimanere ancora sugli scaffali. Con un prezzo fisso di meno di 2,50 euro puoi portare a casa frutta e verdura da utilizzare per le tue ricette quotidiane riducendo ciò che finisce nella pattumiera.
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