La spugna da cucina, anche se non visibilmente sporca, è un ricettacolo di batteri, che per le persone immunodepresse possono anche essere pericolosi
C’è chi in casa usa tenere il massimo igiene. I batteri e microrganismi presenti negli appartamenti sono insospettabili. Nel caso in cui si fosse realmente a conoscenza di cosa si annida nella polvere sui materassi, nelle spugne da cucina e sui pavimente, la reazione di indignazione e schifo porterebbe a fuggire. Mentre invece ci si deve arrendere: per quanto si tenti di tener pulita una casa non potrà mai essere completamente sterilizzata. Tuttavia ci sono luoghi che è bene mantenere ben puliti. Il bagno in primis, dove si possono creare le maggiori formazioni batteriche pericolose, che possono portare anche problematiche virali serie.
Ed anche la cucina, dove vengono maneggiati i cibi. Si deve fare attenzione all’igiene specialmente quando si mangia cibo non cotto, specie se di origine animale come carne e pesce. Si consiglia di privilegiare i taglieri in polietilene o silicone, anche se sono purtroppo materiali inquinanti. Il tagliere in legno assorbe per le sue proprietà parte del cibo che viene riposto, e non si elimina con il lavaggio. Fare molta attenzione anche alla spugna da cucina.
Spugna da cucina, cosa dicono gli studi
Uno studio pubblicato su Scientific report rivela che nella spugna da cucina si annidano miliardi di batteri, inclusi i parenti stretti di quelli che causano meningite e polmonite. Per avere un’idea più precisa, i ricercatori hanno stimato che un singolo centimetro cubo di spugna può ospitare una popolazione batterica di 5,4 x 10 alla decima esemplari, sette volte gli abitanti della Terra. Ed una tale densità di batteri si è ritrovata solo nelle feci, che si tenta in tutti i modi di tenere lontane da casa, soprattutto dalla cucina.
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Purtroppo è dimostrato che lavare la spugna, anche ad alte temperature, serve a poco. I batteri sono molto resistenti, e anche dopo aver passato la spugna da cucina in microonde o nell’acqua bollente le analisi hanno rilevato un’altissima concentrazione di microrganismi dannosi per la salute. Il cibo deve essere protetto, dalle contaminazioni esterne, dai pesticidi e dalle degenerazioni date dal calore.
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Per cui l’unica cosa da fare è cambiare la spugna da cucina una volta alla settimana. Purtroppo non è un’operazione particolarmente ecologica, ed è sicuramente considerata da molti uno spreco economico. Tuttavia se si vuole tutelare la salute delle persone più fragili, che sono bambini, anziani e soggetti immunodepressi, si deve fare questo piccolo sacrificio. Si potrebbe anche fare una ricerca su panni per lavare i piatti non spugnosi. L’effetto spugna è responsabile di buona parte della numerosa popolazione di batteri.