Un aspetto sorprendente legato al comportamento degli squali bianchi in prossimità dell’uomo emerge in seguito ad uno studio durato due anni.
Gli squali bianchi sono tra gli animali più maestosi che ci siano. Elegantissimi, imponenti ed anche da temere. Gli squali infatti sono anche tra i più efferati predatori esistenti al mondo. E l’iconografia che è maturata a proposito di questi esseri grazie soprattutto al cinema è quella di assassini implacabili. Che cosa accadrebbe se ci dovessimo trovare al mare ed improvvisamente dovessimo avvistare uno o più squali bianchi intorno a noi? Verrebbe da pensare molto facilmente che ci troveremmo in grave pericolo.
In realtà non è detto. Infatti le statistiche ci dicono che le morti degli umani da ricondurre direttamente agli attacchi di squali bianchi o di altri tipi di pescecane ammontano ad una ogni due anni, con una media di meno di cinquanta contatti ravvicinati ogni dodici mesi. Insomma, si tratta di una specie letale solamente all’interno della sua catena alimentare. Ma gli squali bianchi non predano l’uomo. Bisogna essere molto sfortunati per essere fatti a pezzi da questi esseri.
Il loro comportamento, quando si trovano nelle vicinanze delle persone in acqua, li portano ad ignorare quest’ultime. Un attacco può essere sferrato solamente nel caso in cui gli squali dovessero percepire un pericolo per loro, da parte dell’uomo che è un essere della cui presenza non sono abituati. Uno studio che porta la firma della statunitense California State University di Long Beach e che è stato pubblicato sulla rivista specializzata di settore PLOS One.
In seguito a delle osservazioni che sono durate ventiquattro mesi e nel corso dei quali un branco di pescecani è stato accuratamente monitorato nei suoi spostamenti mediante un sofisticatissimo drone, è emerso come siano stati parecchi gli episodi in cui i punti di contatto sono stati diversi. Gli squali bianchi e le persone si sono trovati in molti casi a pochi metri di distanza.
Ma si è registrato un singolo attacco in tutte queste situazioni, con tra l’altro nessuna conseguenza. Ciò vuol dire che questi animali marini hanno la tendenza ad ignorare l’uomo ed evidentemente una aggressione da parte loro scatta solamente quando viene oltrepassato un certo limite comportamentale da parte degli individui coinvolti. Scatta quindi quel principio che si può applicare con qualsiasi tipo di animale esistente, dagli insetti ad appunto agli squali. E per il quale se li si ignora loro non ci faranno del male, perché non li metteremo in condizioni di farlo.
Le vespe ci pungono, i cani ci azzannano, gli squali ci mordono solamente quando si sentono spaventati e minacciati e reagiscono di conseguenza attaccando a loro volta. Ed altro che gli squali: gli animali che veramente sono da temere e che fanno più morti ogni anno possiamo averli in giardino o sul balcone. E nonostante si muovano pianissimo, possono risultare estremamente letali.
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