Squali, cosa fare se ne incontri uno mentre fai il bagno (e quanto spesso succede in Italia)

Quante possibilità ci sono di incontrare uno squalo nei mari italiani? E come comportarsi qualora dovesse succedere?

Le acque del Mediterraneo, apparentemente così calme, possono nascondere delle presenze pericolose. Tra queste, una delle più affascinanti è rappresentata dagli squali, creature antichissime che da milioni di anni abitano i mari. Eppure, il loro mondo è spesso travisato, alimentato più da leggende e stereotipi che da una reale conoscenza.

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Cosa fare se si incontra uno squalo (Ecoo.it)

In pochi sanno che nel Mediterraneo vivono ben 45 specie diverse di squali, e che 15 di queste possono essere potenzialmente pericolose per l’uomo. Nonostante questo dato possa suscitare timore, è importante comprendere che gli squali non sono i predatori spietati che spesso immaginiamo. Al contrario, si tratta di creature che generalmente evitano il contatto con l’uomo e attaccano solo in situazioni estreme. Il nostro timore, quindi, non deriva tanto dalla realtà, quanto da ciò che abbiamo appreso attraverso i film o le storie che circolano da generazioni. Resta comunque fondamentale, soprattutto per chi è abituato a bagnarsi nelle acque marine e allontanarsi dalle rive, sapere che un incontro inaspettato con uno squalo è possibile e richiede di mettere in pratica determinati comportamenti per evitare alcun tipo di problema.

Squali, cosa fare quando se ne incontra uno

L’immagine di uno squalo che si aggira sotto la superficie del mare provoca un brivido. Ma quanti si chiedono veramente cosa fare se mai ci si trovasse faccia a faccia con uno di loro? La prima regola, forse la più difficile da seguire, è rimanere calmi e immobili. Agitarsi o compiere movimenti bruschi potrebbe far credere allo squalo che siamo prede in difficoltà, spingendolo ad avvicinarsi per curiosità o per difesa.

Anche nelle acque italiane, apparentemente tranquille, si possono incontrare alcune specie iconiche come il Grande Bianco o il Mako, entrambe considerate tra le più pericolose. Esistono però squali più comuni, come la verdesca, uno squalo azzurro noto per essere timido e pericoloso solo in caso di minaccia diretta.

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Come comportarsi in presenza di uno squalo (Ecoo.it)

È interessante notare come gli avvistamenti di squali nel Mediterraneo siano aumentati negli ultimi anni. Alcuni ritengono che la causa sia un aumento effettivo della presenza di questi animali, mentre altri sottolineano il ruolo dei social media, che permettono di documentare e diffondere rapidamente qualsiasi incontro. In passato, probabilmente, molte di queste storie rimanevano non raccontate, custodite solo da chi le aveva vissute.

I comportamenti da attuare in presenza di uno squalo

Un incontro con uno squalo può sembrare l’evento più spaventoso immaginabile, ma è importante ricordare che il mare è il suo ambiente naturale. Quando ci immergiamo nelle acque, entriamo in un territorio che non ci appartiene. Per questa ragione, il rispetto e la consapevolezza sono fondamentali.

La cosa più importante, in caso di un incontro, è mantenere il contatto visivo con l’animale. Gli squali sono predatori attenti, e sapere di essere osservati potrebbe dissuaderli dall’attaccare. Non bisogna mai girare loro le spalle, ma continuare a monitorarne i movimenti con calma, muovendosi lentamente solo quando l’animale ha perso interesse. Una volta che lo squalo si allontana, è possibile dirigersi con cautela verso una barca o la riva.

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Trovare uno squalo mentre si fa il bagno, cosa fare? (Ecoo.it)

Questa strategia non è basata su teorie astratte, ma su studi condotti da esperti come Neil Hammerschlag, direttore di uno dei principali programmi di ricerca sugli squali. Secondo lui, la calma e il contatto visivo sono due delle armi più potenti che possiamo usare in queste situazioni.

La prevenzione è sempre l’arma più potente

Per ridurre al minimo la possibilità di incontrare squali, è fondamentale adottare alcuni accorgimenti prima di entrare in acqua. Nonostante si pensi spesso che questi predatori preferiscano le acque oceaniche, alcune aree del Mediterraneo possono attrarli, come le foci dei fiumi, dove la combinazione di acque dolci e fangose crea un ambiente perfetto per alcune specie, come gli squali toro.

Anche la presenza di pescatori al lavoro può essere un elemento di rischio. Le esche e gli scarti gettati in mare possono attirare l’attenzione degli squali, spingendoli a nuotare nelle vicinanze. Inoltre, è sempre consigliabile evitare di indossare accessori che riflettono la luce del sole, poiché gli squali, avendo una vista poco efficiente, potrebbero scambiarli per i riflessi delle squame di un pesce.

La paura verso gli squali, benché comprensibile, è spesso sproporzionata rispetto alla realtà. La probabilità di essere attaccati da uno squalo è 1 su 3.750.000, un dato che dimostra quanto sia rara questa eventualità. Per fare un confronto, il rischio di annegamento è enormemente più alto. Nel 2023, a livello globale, si sono verificati solo 69 attacchi di squali, di cui 36 con morsi documentati. Questi numeri dimostrano che lo squalo non è l’assassino spietato che i film ci hanno insegnato a temere. Quando attacca, spesso lo fa per errore o per paura.  C’è però un predatore che rappresenta una minaccia ben più grave: l’uomo. Ogni anno, tra i 70 e gli 80 milioni di squali vengono uccisi per la loro carne e per le loro pinne, un fenomeno che sta portando molte specie sull’orlo dell’estinzione. A ciò si aggiungono gli effetti devastanti del cambiamento climatico, che distrugge i loro habitat naturali.

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