Prima di passare a vedere che cosa fare in caso si incontrino è bene essere consapevoli che gli squali sono presenti anche nei mari d’Italia ma che, come spesso succede, sono più a rischio loro che gli esseri umani
Colpa di tanta cinematografia che ha trasformato queste misteriose creature che accompagnano la storia della terra da milioni di anni in macchine assassine e bestie senza cuore, ogni volta che qualcosa che anche solo vagamente assomiglia ad uno squalo viene avvistato in mare in estate scattano gli allarmi. Ma quanto sono effettivamente fondati questi allarmi e di conseguenza che cosa bisogna fare se mentre si è a fare il bagno si nota una forma grigia che ondeggia ritmicamente?
La prima cosa da fare è di certo quella di non lasciarsi prendere dal panico. Una regola che funziona bene in tutte le situazioni che potrebbero essere pericolose ma che con gli animali, e in particolare con gli animali selvatici che non conoscono l’uomo, può essere l’unica chiave di lettura di un possibile incontro. Trattandosi di animali predatori c’è comunque da tenere presente la seppur remota possibilità di un attacco. Come evitare anche questa situazione?
Gli squali in Italia ci sono da sempre
Per quanto vogliamo immaginare che il Mar Mediterraneo sia una sorta di piscina chiusa in realtà esistono almeno un paio di percorsi che collegano il bacino del Mediterraneo agli oceani ed è proprio attraverso questi percorsi che tante specie non tipiche della zona entrano e magari si stabiliscono. Questo deve essere il motivo per cui al largo delle coste di Livorno qualche giorno fa un gruppo di pescatori in barca ha potuto registrare un video di quello che, erroneamente, era stato all’inizio ritenuto uno squalo bianco ma che invece apparteneva molto probabilmente alla specie degli squali mako. Non una specie del tutto esotica anche se è presente in un numero di esemplari molto limitato nel Mediterraneo.
A breve giro dopo il video dei pescatori di Livorno sono arrivate anche le foto e i video di chi si trovava in Sicilia e che ha potuto avvistare alcuni esemplari di verdesca, uno squalo molto comune nel Mediterraneo e che viene spesso catturato e utilizzato anche come ingrediente di tante ricette. La paura degli squali che possono attaccare anche nei mari d’Italia potrebbe trasformarsi rapidamente in psicosi ma, e lo sottolinea Massimiliano Bottaro della Stazione Zoologica Anton Dhorn, ricercatore esperto proprio di squali, in realtà non c’è nulla da temere se non proprio che questi animali si estinguono dato che il loro numero è “in diminuzione ovunque“. Ma nonostante ci siano poche possibilità per incontrare uno squalo che cosa si dovrebbe fare?
Cosa fare se incontri gli squali anche non in Italia?
Immaginando che lo squalo in questione possa essere appartenente ad una specie potenzialmente pericolosa per l’uomo, quindi scomodando anche nella nostra ipotesi lo squalo bianco, occorre innanzitutto rimanere molto calmi e non agitarsi in acqua: i movimenti bruschi attirano l’attenzione e soprattutto sono un segnale evidente di panico, qualcosa che i predatori sentono. Se è possibile occorre invece nuotare lentamente uscendo dalla traiettoria dell’animale e, idealmente, anche dall’acqua.
In caso gli squali arrivino mentre si è impegnati in una immersione quello che occorre fare, di nuovo, non è cercare la fuga soprattutto perché neanche il nuotatore più veloce potrebbe sfuggire ad un predatore il cui corpo è stato plasmato proprio dal mare. Se è possibile meglio distendersi sul fondo e aspettare che gli squali passino utilizzando così una tecnica che utilizzano già molte prede che, nascondendosi nel punto più basso possibile, cercano proprio di uscire dal campo visivo di questi predatori.