In questa estate anomala così calda all’improvviso sembrano moltiplicarsi gli avvistamenti degli squali lungo tutto il perimetro dello Stivale. Ma quali sono le motivazioni di questo proliferare degli avvistamenti di questa creatura di solito così schiva?
Nel corso delle prime settimane d’estate si sono avuti diversi avvistamenti con al centro varie esemplari di squali. C’è stato, per esempio, il caso dello squalo che un gruppo di pescatori ha incontrato durante una battuta di pesca nel mare intorno a Livorno. Nel caso specifico dell’avvistamento di Livorno gli esperti interpellati hanno sottolineato come si tratti probabilmente di un esemplare di squalo mako.
Altri avvistamenti, quattro in batteria, si sono invece avuti a sud. Nel mare intorno alla Sicilia si sono avvistati, per esempio, tre verdesche e uno squalo martello. E c’è da sottolineare come la maggior parte degli avvistamenti di quelli che vengono chiamati squali, e che generano panico, sono in realtà proprio le innocue verdesche, chiamate anche squalo azzurro. Ma anche se parte della moltiplicazione degli avvistamenti può essere giustificata semplicemente dal fatto che adesso chiunque possiede un cellulare, può fare un video e metterlo sui social, c’è probabilmente anche un’altra serie di fattori che sta rendendo l’incontro con queste affascinanti creature più facile.
Noi e gli squali, sempre più vicini
La nomea degli squali come creature assassine, fredde e calcolatrici, non è sostanzialmente corroborata dai fatti ed è anzi frutto per lo più di ciò che degli squali hanno fatto il cinema e la TV. Ma alla base c’è comunque un animale estremamente affascinante, un predatore che si è evoluto nel silenzio delle profondità marine affinando il proprio corpo fin nei minimi dettagli, proprio per essere inafferrabile e invisibile. Per esempio se ti sei mai chiesto perché la parte superiore del corpo dello squalo sia grigia e la parte inferiore del corpo sia bianca la risposta è molto semplice: mimetismo.
Visto infatti dal basso lo squalo più chiaro si confonde con l’acqua che è più chiara via via che ci si avvicina alla superficie mentre, al contrario, visto dall’alto può confondersi nelle profondità dove la luce non arriva. Incontrarlo può essere per qualcuno l’emozione di una vita anche se va sempre ricordato che, nonostante la casistica di attacchi nei confronti degli esseri umani sia limitata, c’è sempre un margine di rischio. Un margine di rischio che si riduce se ci si mantiene a debita distanza e si evitano comportamenti e gesti inconsulti. A maggior ragione dato che, anche probabilmente a causa proprio di noi esseri umani, rischiamo di dover convivere sempre più spesso con gli squali vicini alla riva.
In cerca di cibo e di una compagna, il problema viene dalla pesca
Come per molte specie del pianeta, il periodo che copre la primavera e l’estate è per gli squali il momento in cui i maschi e femmine si accoppiano ed è per questo che se ne vedono molti e con maggior frequenza. Ma solo l’accoppiamento non giustifica gli avvistamenti. Sempre gli esperti sottolineano come è probabile che l’avvicinamento alla costa sia dovuto alla ricerca di cibo che la pesca intensiva rende sempre più difficile da trovare in mare aperto. La pesca, unita ai cambiamenti climatici che scaldano l’acqua, sta cambiando l’ambiente di queste creature che sono sopravvissute anche ai dinosauri e che ora sono invece a rischio per colpa degli esseri umani.