Lo squalo attacca l’uomo, ma senza saperlo gli salva la vita: la storia incredibile di Eugene Finney, ritrovatosi faccia a faccia proprio con il temibile animale
Una storia che ha davvero dell’incredibile, quella di Eugene Finney, che risale addirittura all’estate 2015. L’incontro con il terribile pesce marino è avvenuto lungo le coste della California, dove l’uomo si era recato in vacanza in compagnia della fidanzata e dei suoi due figli.
Proprio nel corso di una (apparentemente) tranquilla nuotata, Eugene e sua figlia vengono travolti dalla potenza del mare, che per mezzo di un’onda alta si abbatte su di loro. Prima ancora di riuscire a tornare in superficie, l’uomo si sente trascinare a fondo proprio da un temibile squalo, che lo avrebbe “aggredito da dietro“ mentre Eugene stava nuotando.
Sorprendentemente, il grande pesce sbucato dal nulla tra le onde californiane non ha la meglio su Eugene. Dopo esser stato trascinato dallo squalo, infatti, Finney riesce a liberarsi dalla sua morsa e a fare ritorno a riva, pur con degli squarci a dir poco profondi sulla schiena.
Pur di non rovinare la vacanza in famiglia, l’uomo decide di non raccontare alla compagna e ai figli la verità di quanto accaduto. Dopo aver medicato la ferita alla schiena, Eugene torna a godersi il suo meritato relax circondato dall’affetto dei suoi cari.
A causa di forti dolori al petto e alla schiena comparsi nei giorni seguenti, tuttavia, l’uomo è costretto a recarsi in ospedale al suo ritorno dalla vacanza in California. Ciò che i medici trovano sul suo corpo è qualcosa a cui Finney non avrebbe neanche lontanamente pensato (e che nulla c’entra con l’aggressione dell’animale).
È stato proprio a causa dell’aggressione subita dallo squalo che Eugene, convinto che i dolori al petto e alla schiena fossero collegati al terribile animale, si è recato in ospedale per effettuare degli accertamenti. Accertamenti che, in realtà, hanno concesso ai medici di scoprire un tumore al rene destro “grosso come una noce“.
L’operazione a cui l’uomo si è sottoposto tempestivamente per asportare il cancro gli ha consentito di aver salva la vita. Ancora oggi, Eugene riserva solamente parole di gratitudine all’animale, che a suo dire, involontariamente, gli avrebbe “salvato la vita“.
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