Lo scorso 17 settembre si è aperta la stagione della caccia e in pochi giorni si sfiora la tragedia: bambina ferita in giardino.
Circa vent’anni fa, in Italia, si è tenuto un referendum abrogativo sulla caccia, ma non è stato raggiunto il quorum necessario per farlo passare. In Italia, la tradizione venatoria permette ai cacciatori di uccidere animali selvatici per puro divertimento, non per scopi alimentari. Quello che preoccupa è la messa a repentaglio la biodiversità faunistica, ma in queste ore si è anche sfiorata la tragedia per quanto avvenuto in Toscana all’interno del giardino di un’abitazione.
Qui infatti una bambina di 3 anni stava giocando, quando è accaduto qualcosa di terribile: la piccola è stata ferita da pallini sparati da un gruppo di cacciatori. La comitiva era a circa 200 metri dall’abitazione dove si trovava la piccola: il dramma è stato sfiorato a Patrignone, una piccola frazione appena fuori Arezzo, nelle campagne del Sud della Toscana. La piccola ha iniziato a piangere ed è stata subito soccorsa: è stata trovata dolorante, con un forte bruciore alla guancia.
La piccola sarebbe stata colpita da pallini di fucile da caccia, solitamente utilizzati per la caccia agli uccelli, quindi nel giro di pochi minuti è stata inviata un’ambulanza. Questa ha portato la bimba di tre anni al pronto soccorso, fortunatamente a parte la paura e il bruciore, le conseguenze per lei non sono state gravi e se l’è cavata. Chiaramente, questo grave incidente riapre le polemiche sulla stagione venatoria. Ogni anno, dunque, con la riapertura della stagione della caccia, avvenuta quest’anno il 17 settembre, ripartono le polemiche e la rabbia.
La Polizia di Arezzo ha avviato le indagini su quanto accaduto: la famiglia della bambina verosimilmente denuncerà il gruppo di cacciatori per lesioni colpose, sperando di riuscire a individuare i responsabili. L’episodio gravissimo è accaduto nel quartiere di Pozzo Nuovo, non lontano dalle dismesse cave di Quarata. Qui la tranquillità di una domenica mattina è stata interrotta dalle sirene delle ambulanze, quindi dall’arrivo delle auto della polizia. Monta anche la rabbia dei residenti, che sostengono di avere avvertito il gruppo di cacciatori di prestare attenzione alle abitazioni.
Stando alla legge, il gruppo di cacciatori si trovava a distanza di legge: infatti, secondo le norme vigenti, la caccia è vietata entro una distanza di 100 metri non solo dalle abitazioni, ma anche da fabbriche e in generale da luoghi di lavoro. Se si spara verso queste strutture, la distanza non può essere inferiore ai 150 metri. A quanto pare, come già sottolineato, i cacciatori si trovavano a oltre 200 metri dall’abitazione, almeno questo viene sostenuto, inoltre l’autore dello sparo sarà difficile da individuare. Chiaramente, si tratta di un incidente preterintenzionale, ma si potrà agire per lesioni colpose: resta il dubbio sulla balistica dello sparo e la distanza dalla quale è stato sparato.
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