La primavera è arrivata, sì, e con lei anche le prime fastidiose allergie. In particolare quest’anno la stagione dei pollini ha subito una rapida accelerazione.
Come ogni primavera assieme ai fiori, ai profumi e ai colori, arrivano anche pollini e allergie. Il fastidio provocato da questi agenti che si librano nell’aria è conosciuto molto bene, soprattutto da chi di allergia soffre da tempo ed ha quindi un rapporto di amore e odio con la primavera. Quest’anno la stagione dei pollini potrebbe essere sbocciata prematuramente per via del ben noto climate change.
Se hai già avvertito alcuni di questi sintomi, naso che cola, occhi rossi e gonfi, starnuti, e pruriti, è probabile che ti sia imbattuto negli effetti tipici dei pollini primaverili e che tu sia, probabilmente, un soggetto allergico. Riniti, asma e tosse sono le complicazioni più serie in cui si può incorrere a seguito di una diagnosi di allergia ai pollini, tuttavia quest’anno pare che la primavera abbia precorso i tempi.
Gli starnuti non finiscono mai: c’è correlazione fra climate change e allergie?
A darci la notizia è uno studio pubblicato dal Proceedings of the National Academy of Sciences in merito alla tendenza delle stagioni portatrici di allergia in America. Stando ai dati registrati la stagione delle allergie, la primavera, sarebbe partita prima del previsto per via del surriscaldamento globale. Il fenomeno ha interessato soprattutto il Nord America con un anticipo di circa 20 giorni rispetto alle normali tempistiche.
Oltre ad essere arrivata in anticipo, la primavera quest’anno ha anche regalato un quantitativo di pollini inedito. Più polline ha di conseguenza causato reazioni allergiche più violente e diffuse nei soggetti sensibili e la situazione non andrà di certo a migliorare. A quanto pare starebbero maturando anche altri sintomi particolari legati all’allergia fino ad ora mai registrati. Con il progressivo aumento delle temperature il fenomeno crescerà.
Primavera in anticipo? La causa: il carbonio
La tendenza è inarrestabile quindi? Per com’è attualmente la situazione la risposta è senz’altro sì. Tuttavia una soluzione c’è ed è nella tanto agognata riduzione delle emissioni di carbonio, unico fattore in grado di arrestare la crisi climatica dei nostri giorni. A dirlo sono gli scienziati: in questo modo la tendenza potrebbe essere invertita.