Promuovere la sostenibilità anche con aiuti economici da elargire alle start-up più innovative e promettenti nei vari settori
L’innovazione passa non solo per le grandi società ma molto spesso per le piccole intuizioni che vengono da quelle che ora sono chiamate start-up, società giovani, tante volte costruite proprio da ragazzi e ragazze intorno a una idea di cambiamento. Per poter favorire in particolare quelle società nuove e innovative che si muovono in alcuni ambiti specifici importanti per il futuro del Paese e non solo, il governo ha costruito una serie di emendamenti che entrano all’interno del decreto Bollette, ovvero il decreto numero 34/223.
Una serie di emendamenti che hanno proprio lo scopo di favorire le giovani idee andando a premiare le start-up innovative costituitesi nel corso degli ultimi tre anni e che hanno deciso di scommettere su tre aspetti del futuro: le energie rinnovabili, la sanità e l’ambiente. Ecco che tipo di aiuto economico alla sostenibilità è stato pensato e come si può richiedere.
Come accennato, il nuovo aiuto economico, che prende la forma di un credito d’imposta, deve rientrare nel decreto Bollette che è al momento passato al vaglio della Camera dei Deputati dato che da decreto deve trasformarsi in vera e propria legge dello Stato. E in occasione di questa conversione in legge è stato inserito un emendamento che va a aggiungere un articolo: il 14 bis.
Nell’articolo introdotto con gli emendamenti si sottolinea la volontà da parte del governo di prevedere un incentivo economico per tutte quelle start-up ritenute innovative e che operino nei settori delle energie rinnovabili, dell’ambiente della sanità. La prima discriminante per poter accedere a questo aiuto statale è il momento in cui la start-up si è costituita che non deve essere antecedente al primo gennaio 2020. In particolare il sostegno economico sì materializza come credito di imposta in caso di investimenti che abbiano lo scopo di favorire la sostenibilità ambientale e più in generale la riduzione dei consumi. Il credito d’imposta si applicherà quindi agli interventi di ricerca e sviluppo con alcuni limiti di spesa specifici.
Il credito d’imposta, così com’è inserito negli emendamenti al decreto Bollette, può avere un massimo di 200 mila euro di valore ma non può coprire oltre il 20% delle spese sostenute dalla start-up per la ricerca in sostenibilità. Trattandosi di un credito d’imposta questo può essere utilizzato in compensazione e va quindi inserito all’interno della dichiarazione dei redditi. Si attende ora da parte del Ministero Economia E Finanza e del Ministero Delle Imprese E Del Made In Italy il decreto attuativo con tutti i dettagli relativi in particolare alle eventuali procedure di controllo delle spese dichiarate.
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