Circolazione della auto private limitate con accesso consentito solo a residenti, taxi e mezzi di soccorso: quando scatterà la decisione
La viabilità è un tema importante per le grandi città tanto che gli enti comunali hanno degli assessori preposti alla gestione. Un problema quotidiano per centinaia di migliaia di cittadini che ogni giorno devono affrontare per recarsi a lavoro o compiere altre attività. E in un periodo come quello attuale dove è fondamentale il risparmio energetico, per il bene del pianeta e per cercare di ridurre i consumi vista l’inflazione, ridurre l’uso dei mezzi privati è fondamentale.
Lo sa bene cosa significa una città come Milano e adesso finalmente pare vicina a una svolta. Nel corso della conferenza stampa della Digital Week che si è tenuta nelle scorse settimane, il sindaco Beppe Sala ha detto che dal 2024 “non ci saranno più auto private in centro, non potranno circolare e poi ci allargheremo”, coinvolgendo dunque altre zone della città. Una notizia che, come si può immaginare, ha suscitato molte reazioni tra chi è favorevole e chi è contrario. Inoltre Milano è tra le prime città per eco mobilità in Italia.
“Il cambiamento non è un’utopia, cambiare il modello di sviluppo non è un’utopia ed è qualcosa di molto milanese. Noi, come Milano, dobbiamo essere pionieri e avere il coraggio e il buonsenso di fare le cose”, ha proseguito il primo cittadino, richiamando all’innovatività tipica del capoluogo meneghino.
Cosa prevede la riforma? Stop all’ingresso in centro alle auto private ma con eccezioni. L’accesso sarà consentito ai residenti, taxi, mezzi pubblici, Ncc e veicoli delle forze dell’ordine e sanitari. La prima zona interessata è il Quadrilatero della Moda più le vie circostanti, dunque corso Giacomo Matteotti, via Case Rotte e via Alessandro Manzoni.
A controllare gli ingressi ci saranno le telecamere come ai varchi delle Aree B e C e delle ZTL. A tal proposito il sindaco risponde a chi dice che nella Zona B il traffico non è diminuito. Ammette che il calo è stato basso, solo del 2-3%, ” ma è cambiato il 7/8% della tipologia di vetture che entrano in città, ora meno inquinanti. La transizione richiede impegno – ha affermato in conclusione – e bisogna pensare ovviamente a chi è in difficoltà quando si prendono decisioni che vanno prese per tutti, non per le élite e i radical chic”.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…