L’incessante sete di conoscenza dell’uomo ci ha portato a studiare le onde sonore nascoste del nostro pianeta, che potrebbero salvarci dal cambiamento climatico.
Cosa significa studiare i suoni del nostro pianeta? Le onde sonore si propagano costantemente nell’aria o nell’acqua, dando vita a vibrazioni da cui il nostro cervello ricava suoni. In alcuni casi le vibrazioni sono impercettibili per l’essere umano, poiché si trovano al di sotto o al di sopra della soglia di udibilità, ma ciò non vuol dire che non esistano e che non serbino in sé significati nascosti da poter interpretare.
Il potere del suono, in effetti, è innegabile: pensiamo all’effetto che la musica ha sul nostro umore, alla voce di una mamma che calma un neonato che piange, ma anche all’effetto rilassante delle fusa di un gatto o alle urla di dolore che ci mettono in allerta e ci richiamano all’azione. La presenza dell’uomo sul pianeta e la sua azione indiscriminata sta influendo anche sui suoni della Terra ed è per questo che gli scienziati li stanno studiando per cercare di gestire le conseguenze di alcune nostre azioni sulla natura.
In occasione della conferenza annuale dell’Acoustical Society, tenutasi di recente negli Stati Uniti, i ricercatori hanno presentato una serie di dati e interessanti risultati derivanti da studi effettuati in diverse aree del pianeta. In particolare sono stati studiati i suoni diffusi nelle profondità degli oceani, nelle aree più esterne dell’atmosfera e nelle foreste secolari. Una di queste si trova nello Utah meridionale e ospita l’albero più grande del mondo: un pioppo di nome Pando che ha oltre 9mila anni di età. Nello Stato di New York, invece, è appena stata scoperta la foresta fossile più antica del mondo.
Servendosi di idrofoni e microfoni subacquei gli scienziati hanno studiato le vibrazioni trasmesse dall’albero tramite il proprio sistema radicale, nello specifico durante un forte temporale. “Il vento, convertito in vibrazione (suono) e viaggiando attraverso il sistema radicale, potrebbe anche rivelare i meccanismi interni del vasto sistema idraulico nascosto di Pando in modo non distruttivo“, ha dichiarato il direttore esecutivo del progetto Lance Oditt.
Nelle profondità degli oceani, invece, l’aumento della temperatura terrestre e il traffico marittimo influiscono sul paesaggio sonoro dell’ambiente, sul quale numerose specie ittiche fanno affidamento. Si parla dunque di interruzione antropogenica, cioè delle interferenze create dall’uomo sul naturale dispiegamento delle onde sonore sottomarine.
Negli strati più esterni dell’atmosfera, infine, alcuni studiosi hanno usato microbarometri a bassa frequenza per rilevare il suono dell’infrangersi delle onde a 60 miglia di altezza nel cielo. Hanno dunque rilevato che le onde dell’oceano, sbattendo le une contro le altre, riscaldano l’atmosfera superiore al dissiparsi dell’onda sonora.
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