Stufe elettriche a basso consumo: come abbinare consumo critico e basso impatto ambientale?

[aptica-gallery id=”51875″]
Una domanda angusta, contraddittoria per natura. Come può una stufa elettrica essere a basso consumo? Le stufe che utilizzano l’energia elettrica per alimentarsi non possono essere pienamente ecosostenibile, e inoltre hanno il problema di avere un alto fabbisogno energetico. La loro indubbia comodità, però, è quella di essere estremamente versatili e trasportabili ovunque desideriamo. Ma le stufe elettriche sono tutte uguali? Certo che no. Una rapida panoramica ci permetterà di capire qualcosa in più in merito.

Con l’aumento delle bollette anche l’utilizzo dell’energia diventa un costo non indifferente, per questo comunque per il riscaldamento della casa sarebbe sempre meglio scegliere fonti alternative. Per una piena efficienza energetica, poi, in Italia l’ideale sarebbe mixare il geotermico ai pannelli fotovoltaici. Ma questa è un’altra storia.  
Per chi non ha intenzione di affrontare un investimento simile e necessita solo di un po’ di calore in più, ecco una rapida ed essenziale guida sulle stufe elettriche. Sconsigliate assolutamente le stufe elettriche a resistenza perché vecchie e dai consumi assolutamente eccessivi, sono da prediligere quelle alogene e al quarzo. Le stufe alogene si riscaldano con le lampade, dette appunto alogene, e sono tra le migliori in rapporto qualità-prezzo. Le stufe al quarzo hanno il medesimo funzionamento, solo che sostituiscono il quarzo alla lampada alogena garantendo un minore impatto ambientale nella produzione di energia. Un’altra soluzione molto valida è quella della stufa ad infrarossi, dove il calore non è funzionale al riscaldamento dell’aria bensì all’oggetto che si trova posizionato di fronte allo strumento, garantendo un buon risparmio energetico e un riscaldamento mirato.

Gestione cookie