Che cosa si sarebbe potuto fare per migliorare la situazione ambientale e della salute umana se circa 50 anni fa avessimo già saputo che le stufe a gas erano un pericolo?
Le conseguenze portate dall’utilizzo massiccio di stufe alimentate a gas colpiscono tutte le fasce di popolazione con danni alla salute che solo ora iniziano ad essere calcolati e i cui numeri sono allarmanti. Con la combustione del gas vengono sprigionate nell’aria sostanze che, grazie a molti studi di settore, sappiamo ora essere dannose. Tra queste sostanze c’è ovviamente il monossido di carbonio ma da unire ad un’altra sostanza altrettanto pericolosa: il biossido di azoto.
Nonostante i rischi derivanti quindi dalla tecnologia della combustione del gas naturale, il gas di per sé viene percepito come fonte di energia più pulita. Più pulita per esempio rispetto alla combustione del petrolio o di eventuali suoi derivati. Pulita al punto tale da essere stata inserita anche nella tassonomia verde nell’Unione Europea. La verità è però ben diversa, come emerso da un documento della American Gas Association risalente addirittura al 1972 e rintracciato durante una inchiesta di DeSmog.
Nel corso degli ultimi 30 anni si sono susseguiti studi che hanno avuto come scopo quello di indagare ciò che succeda al corpo umano e non solo all’ambiente, nel momento in cui la combustione del gas si trasforma in sostanze volatili. Il pericolo più grande dalla combustione di questo materiale è che si sprigiona biossido di azoto e monossido di carbonio. Sostanze che sono legate ad alcune condizioni mediche che interessano in particolare le vie respiratorie. Tra i report più recenti c’è quello dello European Public Health Alliance che sottolinea la tossicità proprio non solo delle stufe ma anche dei semplici fornelli e li accomuna alle sigarette in termini di inquinamento atmosferico. E c’è poi il problema delle possibili perdite di benzene, altra sostanza pericolosa.
La concentrazione degli studi in anni recenti potrebbe far pensare che fino a non molto tempo fa anche la comunità scientifica e soprattutto quella dei produttori di elettrodomestici alimentati a gas non conoscesse i possibili rischi. Ma il nuovo documento rintracciato in rete e che risale al 1972 dimostra come invece persino la American Gas Association temesse possibili effetti dannosi sulla salute.
Nell’agosto di quello stesso 1972, venne pubblicato un report dal National Industrial Pollution Control Council in cui era stato fatto confluire anche il report dell’American Gas Association. Ma nella versione del National Industrial Pollution Control Council il paragrafo dal titolo eclatante “Indoor Air Quality Control” fu eliminato. Dato che lo scopo del report era quello di spingere negli Stati Uniti sul gas a discapito del carbone l’eliminazione di quel paragrafo in cui AGA esprimeva dubbi riguardo i possibili effetti di inquinamento all’interno delle case doveva sparire. Ma quante vite si sarebbero salvate se ci fosse stata l’onestà intellettuale di parlare dei rischi già nel 1972?
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