Come risposta al caro energia, molte persone hanno deciso di installare delle stufe pellet. Ma sebbene ritenute ecologiche, uno studio dimostra il contrario
A causa dell’aumento dei prezzi di gas ed elettricità, molte persone per il riscaldamento della propria abitazione hanno deciso di affidarsi alle stufe pellet. Nelle ultime settimane però anche il pellet ha registrato degli aumenti incredibili. Basta solo pensare che il classico sacco da 15 kg costava intorno ai 5 euro, mentre ora il suo prezzo è lievitato fino a toccare la quota dei 15 euro.
Ma che cos’è il pellet? Sono dei cilindretti provenienti dallo scarto della lavorazione del legno, come la segatura. Quest’ultima poi viene compressa fino ad ottenere la forma desiderata. Un prodotto che sembrerebbe essere del tutto naturale. Eppure secondo uno studio commissionato da Greenpeace la produzione di questo sarebbe affatto così.
Lo studio effettuato dal Center for Research on Multinational Corporations (SOMO) ha infatti evidenziato che la combustione di questo legno non sarebbe infine così sostenibile come afferma l’Unione Europea. Secondo i dati forniti dal Joint Research Centre della Commissione europea, infatti, l’utilizzo per la produzione di calore ed elettricità di questa di questa biomassa è cresciuto. Tanto che, ad oggi, più della metà del legno raccolto tra gli Stati membri, viene utilizzato con questo scopo.
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E già qui si evidenzia come solo la metà di questo legno è composto dai residui, mentre l’altro quinto proviene da alberi tagliati per questo scopo. Colpa soprattutto del grande aumento, pari al 40 %, dell’utilizzo in appena 14 anni. Eppure l’Unione Europea considera la combustione del legno rappresenta il 35 % di tutto quel mix che l’UE considera come il suo mix di energie rinnovabili per la produzione di riscaldamento ed elettricità su larga scala.
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Il problema è che l’aumento della domanda di pellet per la produzione di calore ha avuto un impatto importante sul mercato europeo del legno. Ma soprattutto sta riducendo la capacità delle foreste di assorbire e immagazzinare carbonio, tanto che la domanda nel biennio 2016-18 è aumentata del 69 % rispetto a quello precedente. Infine non si può non analizzare di come l’utilizzo di queste biomasse possa causare il rilascio di emissioni di gas serra maggiori rispetto ai combustibili fossili.
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