Il rapporto “Il consumo di suolo in Italia 2023” pubblicato nei giorni scorsi dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha rivelato numeri sconfortanti che oltre a pesare sull’ambiente impoveriscono le casse pubbliche
Sono sempre maggiori i problemi che l’uomo sta creando al pianeta. I cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo costantemente tutte le parti del mondo sono causati per il 90% dalle azioni umane, sempre più inclini al profitto rispetto alla salvaguardia della natura. I comportamenti utilizzati negli ultimi decenni hanno peggiorato una situazione che è ormai quasi irreparabile. Le temperature estive in Italia sono perdurate fino a metà ottobre con punte fino a 30° al nord e più di 35° al sud. Clima che per certi versi può essere piacevole ma che al tempo stesso ci fa capire come i mutamenti siano sempre più visibili e preoccupanti.
L’ambiente sta soffrendo e il degrado è quindi continuo. Le violente precipitazioni che si verificano, sempre più inusuali e veementi per il nostro territorio, sono esclusivamente la cartina di tornasole dei comportamenti passati e presenti. Per questo, per cercare di salvare la situazione, serve un’inversione netta e repentina. Purtroppo però questo processo sembra ancora ben lontano dall’iniziare. Altro aspetto decisamente rilevante, infatti, è il consumo di suolo che, nel nostro Paese, è in continuo aumento. Per consumo di suolo si intende È un fenomeno associato alla perdita di una risorsa ambientale fondamentale, dovuta all’occupazione di superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale. Il fenomeno si riferisce, quindi, a un incremento della copertura artificiale di terreno, legato alle dinamiche insediative.
Questo è un problema che viene costantemente sottovalutato da anni e dai diversi governi che si sono susseguiti alla guida del Paese. Il continuo sfruttamento del suolo “naturale” comporta un indebolimento del suolo stesso e quindi l’aumento delle probabilità di fenomeni violenti. E i dati sono decisamente allarmanti. Il tutto viene spiegato dal rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente dal nome “Il consumo di suolo in Italia 2023”. Dal testo ne emergono diversi dati negativi per l’ambiente del nostro Paese. Secondo i ricercatori SNPA infatti, “a rendere il suolo cittadino ancora più caldo, soprattutto nei periodi estivi, contribuisce in gran parte anche il consumo di suolo che, nel 2022, accelera arrivando alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo e avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 km2, oltre il 10% in più rispetto al 2021“.
L’aumento delle temperature (reali e percepite) nelle città è dovuto anche al consumo di suolo. Sempre secondo il rapporto, in media, la differenza di temperatura del suolo nelle aree urbane di pianura rispetto al resto del territorio è di 4°C d’estate con massime di 6°C a Firenze e di oltre 8°C a Milano. Non solo, questo comportamento influisce anche sulle casse pubbliche: si calcola che dal 2006 al 2022 si bruciano annualmente 9 miliardi per motivi legati alla perdita di suolo.
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