Secondo i dati diffusi anche quest’anno da Greenpeace i supermercati di tutta Italia sono ancora completamente invasi da qualcosa che doveva sparire tempo fa. La triste classifica
Nel periodo delle feste di Natale il numero di persone che vanno a fare la spesa probabilmente aumenta ancora di più che degli altri momenti dell’anno. E, esattamente con l’aumentare di chi va a fare la spesa, purtroppo aumenta anche la quantità di rifiuti che si generano nelle case. Ma anche se si tenta di adottare comportamenti virtuosi parte del lavoro andrebbe svolto direttamente dalle catene della grande distribuzione organizzata.
E invece questi sono i dati diffusi da Greenpeace nell’ambito dell’iniziativa Carrelli di Plastica per l’anno 2022 frutto di un questionario inviato alle catene presenti nel nostro Paese e che tutte insieme rappresentano quasi i tre quarti di tutto il comparto. Lo scopo del questionario era cercare di capire come le catene stessero affrontando il problema della plastica come imballaggio. E i risultati sono sconcertanti.
Compriamo più plastica che cibo
Quando si va a fare la spesa oltre a controllare la lista degli ingredienti per evitare di acquistare prodotti con sostanze inutili o dannose per la salute si dovrebbe anche iniziare a discriminare sui prodotti che utilizzano o meno la plastica come imballaggio. Nonostante tanti impegni e tante parole, infatti, i carrelli che si avvicinano in ogni momento del giorno alle casse di qualunque supermercato sono purtroppo ancora zeppi di plastica monouso. E anche se questa plastica viene poi avviata in modo corretto al riciclo si tratta comunque di sostanze che potenzialmente potrebbero tranquillamente essere eliminate e sostituite da altro.
Fa riflettere la classifica con punteggio prodotto da Greenpeace e Il Fatto Quotidiano riguardo le performance dei vari supermercati che insieme rappresentano il 70% della grande distribuzione in Italia. Le insegne prese in considerazione sono state Selex, Coop, Esselunga, Eurospin, Conad, gruppo Végé e Sogegross. A posizionarsi con il punteggio più alto è Selex che totalizza 38,33 su 100 mentre il gruppo con le performance peggiori è Sogegross con zero punti seguito come penultimo in classifica dal gruppo Végé.
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I criteri di valutazione sono la trasparenza riguardo la quantità di plastica usa e getta venduta nel corso dell’anno 2021, gli impegni volontari per ridurre l’uso di plastica a tutti i livelli, il supporto alle eventuali politiche di riduzione dei packaging. La situazione risulta quindi sconfortante. Ma questo non significa che nel momento in cui vai a fare la spesa non puoi fare nulla. Occorrerà forse perdere un po’ più di tempo ma puoi decidere di lasciare sullo scaffale un prodotto se ti rendi conto che c’è un utilizzo spropositato di plastica quando si potrebbe utilizzare altro.